L’Abruzzo del vino saluta Luigi Cataldi Madonna, pioniere a Ofena
Milano, 9 dic. (askanews) – La viticoltura abruzzese perde una delle sue figure più autorevoli. Luigi Cataldi Madonna si è spento a 69 anni dopo una lunga malattia l’8 dicembre nella sua Ofena (L’Aquila). I funerali si sono svolti oggi pomeriggio nella chiesa di San Franco a Francavilla al Mare (Chieti).
La storia personale e professionale di Cataldi Madonna coincide con l’evoluzione della viticoltura dell’area aquilana. L’attività della famiglia iniziò nel 1920 con il barone Luigi e proseguì con il figlio Antonio, che nel 1975 avviò la prima produzione in bottiglia. Nel 1990 fu Luigi a raccogliere il testimone, dando una svolta decisiva al progetto di caratterizzazione dei vini e di valorizzazione del territorio. Fino agli inizi degli anni Novanta l’azienda aveva presidiato quasi da sola la zona viticola di Ofena, contribuendo a mantenerne viva l’identità produttiva. La produzione, sotto la sua guida, raggiunse una dimensione strutturata senza abbandonare il radicamento territoriale e mantenendo una cifra stilistica fedele ai paesaggi dell’altopiano. Sulle etichette compariva spesso il Guerriero di Capestrano, simbolo identitario dell’Abruzzo arcaico che Cataldi Madonna considerava un punto di riferimento culturale.
Il contributo più innovativo è legato alla valorizzazione del Pecorino, che propose quando il vitigno era quasi sconosciuto, aprendo la strada a un successo oggi consolidato. Rilevanti anche il ruolo nel rilancio del Cerasuolo d’Abruzzo e l’attenzione ai vini rosa, indagati attraverso un lavoro condiviso con la figlia Giulia che portò alla pubblicazione di un testo dedicato al tema. Le scelte stilistiche riguardarono anche i rossi, con un progressivo alleggerimento delle strutture e un ritorno a vinificazioni più essenziali. Il suo lavoro si caratterizzò per una costante capacità di anticipazione, alimentata da una visione critica e da un’ampia cultura filosofica che convogliava nella riflessione enologica.
Cataldi Madonna fu docente di Storia della Filosofia all’Università dell’Aquila ed era conosciuto per un approccio didattico diretto, talvolta provocatorio, che stimolava il confronto e invitava alla ricerca intellettuale. Questa attitudine permeava anche la sua attività di produttore, rendendolo una figura capace di influenzare il dibattito sulle strategie produttive e sulle politiche agricole.
Nel 2019 aveva affidato la gestione dell’azienda alla figlia Giulia, quarta generazione della famiglia, che ha avviato un percorso di rinnovamento fondato sull’enoturismo e sulla riapertura dello storico palazzo di famiglia nel centro di Ofena. L’eredità trasmessa non riguarda solo la dimensione produttiva ma un metodo di lavoro fondato sull’interpretazione rigorosa del territorio e sulla capacità di unire conoscenze agronomiche, enologiche e culturali. Oggi la proprietà comprende 30 ettari situati tra i 320 e i 440 metri di altitudine, coltivati esclusivamente con vitigni autoctoni come Montepulciano, Pecorino e Trebbiano.
