Vicenza, figlio Diana Canevarolo: chiedo giustizia per mia madre
Roma, 9 dic. (askanews) – “Vogliamo giustizia e che ridiano il corpo per fare un funerale decente. Mia madre mi ha sempre detto ‘vestiti di bianco al mio funerale, divertiti, vivi la tua vita e rendimi orgogliosa’. Sono forte per lei”. Lo ha detto Nicolò, figlio di Diana Canevarolo, la 49enne trovata in fin di vita in una pozza di sangue nel cortile di casa sua all’alba di giovedì 4 dicembre, a Torri di Quartesolo (Vicenza). La morte della donna, avvenuta poco dopo in ospedale, è ancora misteriosa. Il giovane è stato intervistato a Ore 14 in onda su Rai 2, condotto da Milo Infante.
“Era una donna molto gentile, premurosa, mi riempiva sempre la bottiglia d’acqua per la scuola, mi portava le caramelle, tra noi c’era un rapporto perfetto, solo piccoli litigi ma erano cavolate – ha spiegato il giovane -; quando parlavamo e affrontavamo il discorso della morte mi diceva sempre di star bene anche se lei fosse morta, mi diceva che mi sarebbe sempre stata dietro e io qui la sento, dietro di me”. Il ragazzo ha anche ricordato i momenti del ritrovamento del corpo della donna.
“Era completamente sdraiata verso l’alto, dritta, io ho fatto primo soccorso e ho tentato un massaggio cardiaco e ho controllato il respiro ma non c’erano reazioni, abbiamo chiamato l’ambulanza – ha detto Nicolò -. Mi sono svegliato alle 6.02, ho visto l’ora sul telefono, mio padre si è svegliato verso le 5 del mattino per andare al lavoro e l’ha trovata verso le 5.30, dopo che aveva visto la porta spalancata, non era normale. Secondo noi era uscita verso le 2, di solito fuma qualche sigaretta prima di andare a letto, vede i social, non so se aveva il cellulare quella sera, l’abbiamo trovato sopra il tavolo. Qualche tempo fa aveva notato dei ladri che si erano introdotti nel cortile e vedendola si erano allontanati. Mi parrebbe l’unica pista, la finestra era chiusa, il tetto inaccessibile, non si è certo lanciata”.
