Centromarca: per largo consumo atteso +2,6% a fine 2025, la marca +2%
AskaNews
di Administrator admin  
il 10/12/2025

Centromarca: per largo consumo atteso +2,6% a fine 2025, la marca +2%

Milano, 10 dic. (askanews) – Il mercato del largo consumo confezionato, escluso il freschissimo, si appresta a chiudere l’anno con una crescita del 2,6% in un contesto che dal 2019 ha visto crescita dei volumi del 5% a fronte di una crescita dell’indice dei prezzi del 22%. In particolare nel secondo semestre di quest’anno, causa un’estate complessa con luglio e agosto sotto tono, c’è stato un rallentamento fisiologico ma la crescita di fine anno si proietta sulle stime iniziali. E anche per il 2026, quando l’inflazione è stimata al 2%, è attesa un’espansione a valore del 2,6%, composta da un +1% dei volumi e un +1,6% dei prezzi. A tratteggiare il quadro della situazione del largo consumo è NielsenIq, in occasione di un incontro a Milano organizzato da Centromarca, l’associazione italiana dell’Industria di marca.

In questo scenario, secondo le elaborazioni del Centro studi Centromarca, l’industria di marca registrerà una crescita di circa 2 punti percentuali, continuando a detenere una quota di mercato tra le più elevate in Europa pari al 68,1% nell’omnichannel (76,7% nei canali iper/super/libero servizio)

“La marca rappresenta oltre i due terzi di quota di mercato del consumo degli italiani, una marca che inesorabilmente fa i conti con una riduzione del potere d’acquisto avvenuta negli ultimi anni ma speriamo in un riallineamento – ha detto il presidente di Centromarca, Francesco Mutti – I beni largo consumo hanno nel medio lungo termine performato con livelli di inflazione al di sotto delle medie. Riteniamo che una ripresa dei salari, dell’economia e una riduzione dell’inflazione permetteranno di riportare qualche denaro in più in tasca ai cittadini” spingendo i consumi. A tal proposito Mutti ha rimarcato che serve “una visione strategica: non possiamo gestire economia lasciandola andare. L’Italia è un Paese che da un lato deve recuperare efficienza ma non sarà mai il Paese grande efficienza ma il Paese della grande eccellenza”. Da qui la necessità di una “ripresa della competitività e poi della tutela: quando vogliamo andare a vendere prodotti di qualità dobbiamo saperli tutelare sia dall’italian sounding sia con un contesto competitivo corretto – ha spiegato – La parola corretto cozza con iper-legislazione. A noi occorre un panorama legislativo semplice chiaro, una tutela della proprietà intellettuale sempre più forte perchè quando investiamo su un nuovo prodotto per anni che poi rischia di essere rapidamente copiato, questo stronca la volontà e l’interesse delle aziende nell’investire in ricerca e sviluppo e il sistema Paese necessita di aziende che continuino a generare valore”.

In parallelo per accrescere l’efficienza del sistema, la filiera del largo consumo sta portando avanti proposte per ottimizzare le aree pre competitive. “Oggi è tempo di fare quello che ogni singola azienda può ma anche vedere se tra le parti ci sono spazi di miglioramento pre competitivi – ha aggiunto Mutti – Parliamo della digitalizzazione, ottimizzazione logistica”.

“A ottobre al Mimit sono state presentate 14 proposte che non sono rivoluzioni di sistema ma piccoli interventi la maggior parte dei quali è a costo zero – ha detto Vittorio Cino, direttore generale di Centromarca – E a gennaio proseguiremo il tavolo al Mimit per la formalizzazione delle proposte”.

[Mutti: serve più efficienza ma soprattutto norme chiare per tutela qualità|PN_20251210_00170|gn00 nv03 sp33| https://askanews.it/wp-content/uploads/2025/12/20251210_194532_5F676311.jpg |10/12/2025 19:45:44|Centromarca: per largo consumo atteso +2,6% a fine 2025, la marca +2%|Largo consumo|Economia, Agrifood]