Salvi (Fruitimprese): 2025 record per export ortofrutticolo
Roma, 11 dic. (askanews) – “Sono incoraggianti le prospettive per l’export ortofrutticolo italiano che nel 2025 si candida a registrare un nuovo record in termini di valore esportato, nonostante il rallentamento dell’inflazione in tutta Europa”. Così il presidente di Fruitimprese Marco Salvi, commentando i dati Istat elaborati da Fruitimprese, secondo cui nei primi 9 mesi del 2025 le esportazioni di ortofrutta in volume sono aumentate del 7,8%, mentre il valore esportato è cresciuto del 13,2% rispetto allo stesso periodo del 2024.
“Tra i fattori che stanno influendo su questi numeri, ci sono le gelate primaverili – ha detto Salvi – in alcune importanti zone di produzione della Turchia che hanno ridotto drasticamente l’afflusso di frutta estiva sui mercati del Nord Europa. Una situazione che si sta ripetendo per le mele, con la Polonia in grande difficoltà, mentre si stanno aprendo ottime prospettive per il nostro prodotto nel Sud-Est Asiatico, in particolare in India e Brasile. Per questo auspichiamo una veloce riapertura del Canale di Suez dove far transitare mele e kiwi diretti al mercato arabo, ma anche verso il resto dell’Asia”.
“Per il futuro abbiamo bisogno di aprire nuovi mercati, come il Messico, il Sud America e la Cina dove permangono barriere fitosanitarie – continua Salvi – Al Commissario europeo Sefcovic, recentemente incontrato a Roma, abbiamo chiesto che l’Europa pretenda reciprocità negli accordi commerciali e si presenti come unico interlocutore per i dossier fitosanitari, oggi ne risultano aperti oltre 500 perché ogni paese europeo è costretto a negoziare singolarmente le condizioni”.
Per quanto riguarda la situazione produttiva, la campagna dell’uva da tavola “non sta ripetendo gli ottimi risultati dello scorso anno, tanto prodotto ancora sulle piante che, a causa del clima umido e delle abbondanti piogge autunnali, non presenta – ha detto Salvi – sempre una qualità ottimale”. Prosegue la debàcle delle pere, con un volume di prodotto giunto ai minimi storici e da anni flagellate da fitopatie e attacchi di insetti. Ottime prospettive per gli agrumi con un’annata che si annuncia positiva in termini di qualità generale e volumi di vendita grazie alla situazione di calo produttivo in Spagna e in Italia.
“Parlando degli ortaggi – continua Salvi – le statistiche sono impietose, negli ultimi 5 anni nel periodo estivo l’Italia ha aumentato del 50% le importazioni. E’ un comparto dove la distanza in termini di costi di produzione con gli altri paesi produttori, in particolare Spagna e Nord Africa sta facendo la differenza. Prodotti per cui un tempo eravamo leader come pomodoro, cipolle, carote e insalate, oggi sono raccolti sempre più a sud, con costi minori e manodopera facilmente reperibile”.
“Sul fronte UE – conclude Salvi – continuano a ridursi le alternative a disposizione per contrastare il cambiamento climatico e le fitopatie. Anche il prossimo anno una decina di principi attivi importanti sono candidati ad essere ridotti o eliminati; arrivano buone notizie per le nuove TEA: dopo oltre due anni Parlamento Europeo, Consiglio e Commissione hanno trovato un accordo; in Italia siamo pronti, i tempi sono lunghi, ma l’importante era stabilire le regole del gioco”.
