Dieta mediterranea “tradita” da sei italiani su dieci
Roma, 18 dic. (askanews) – L’insicurezza alimentare non riguarda soltanto l’accesso al cibo, ma incide in modo diretto sulla qualità delle diete e sulla salute, soprattutto nelle fasce sociali più fragili. Il volume Povertà e insicurezza alimentare in Italia. Dalla misurazione alle politiche, a cura dell’OIPA – Osservatorio Insicurezza e Povertà Alimentare del CURSA, mostra come povertà economica, ambienti alimentari sfavorevoli e vincoli di accesso siano associati a modelli alimentari di bassa qualità e a un aumento del rischio di malattie croniche non trasmissibili.
In Europa, queste patologie causano circa l’86% dei decessi complessivi, confermando il ruolo centrale della prevenzione alimentare nella sostenibilità dei sistemi sanitari. E i dati italiani destano preoccupazione: solo il 43% della popolazione segue oggi un’alimentazione riconducibile alla Dieta Mediterranea, considerata uno dei modelli più protettivi per la salute. La frattura è soprattutto generazionale: l’adesione riguarda il 53,1% degli adulti tra 55 e 64 anni, ma scende al 32,8% tra i giovani 15-24 anni.
Ancora più critico il quadro che emerge dall’analisi dei comportamenti alimentari: il 61,9% degli italiani presenta una dieta non conforme al modello mediterraneo, mentre solo il 4,7% raggiunge un livello di adesione considerato adeguato.
Parallelamente, il 23% della popolazione segue un modello alimentare di tipo occidentale, caratterizzato da un elevato consumo di carne e alimenti ultra-processati; la quota sale al 31% tra i giovani adulti, un dato particolarmente rilevante alla luce dell’associazione tra questo modello alimentare e l’aumento del rischio di obesità e obesità viscerale.
Il volume mette inoltre in luce un paradosso crescente: diete spesso sufficienti dal punto di vista calorico, ma povere di qualità nutrizionale. In questo contesto, più di un bambino su cinque convive con l’obesità, una quota che arriva a quasi uno su tre nelle aree caratterizzate da maggiore povertà e privazione.
Il volume, presentato il 18 dicembre a Palazzo Ripetta, con la partecipazione degli autori e di Maurizio Martina, Vice Direttore Generale della FAO, apre un confronto pubblico sul ruolo delle politiche alimentari nella prevenzione sanitaria e nella riduzione delle disuguaglianze.

