Giappone, fonte del governo: dovremmo dotarci di armi nucleari
Roma, 18 dic. (askanews) – Il contesto globale in rapida evoluzione rischia di mettere in discussione anche dei tabù, come quello delle armi nucleari in Giappone, l’unico paese al mondo ad aver subito dei bombardamenti atomici. Una fonte dell’ufficio del primo ministro giapponese (Kantei) ha affermato che il Giappone avrebbe bisogno di dotarsi di armi nucleari, una dichiarazione che si discosta nettamente dalla dottrina ufficiale seguita dalla fine della Seconda guerra mondiale e che rischia di suscitare forti reazioni politiche e nell’opinione pubblica, sia in patria sia all’estero.
“Penso che dovremmo possedere armi nucleari”, ha dichiarato oggi – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Kyodo – la fonte coinvolta nell’elaborazione della politica di sicurezza del governo guidato dalla premier Sanae Takaichi, precisando tuttavia che una simile scelta sarebbe al momento “irrealistica”. Le parole arrivano mentre Takaichi, nota per le sue posizioni dure in materia di difesa, sta valutando una possibile revisione dei principi non nucleari del Giappone.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, la fonte ha riconosciuto la natura distruttiva delle armi atomiche, ma ha aggiunto che “alla fine possiamo contare solo su noi stessi”. Allo stesso tempo ha ammesso che “non è qualcosa che si possa fare rapidamente, come andare in un minimarket a comprare qualcosa”.
Secondo fonti governative, la premier starebbe considerando una revisione dei “Tre principi non nucleari”, che vietano al Giappone di possedere, produrre o consentire l’introduzione di armi nucleari sul proprio territorio. I principi furono proclamati per la prima volta nel 1967 dall’allora primo ministro Eisaku Sato e sono diventati nel tempo un pilastro dell’identità nazionale giapponese. Sato ricevette il premio Nobel per la pace nel 1974 anche per questa iniziativa.
Qualsiasi ipotesi di modifica della politica nucleare resta estremamente controversa in Giappone, Paese segnato dalle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki e da una Costituzione pacifista fortemente radicata nella società. Una simile svolta entrerebbe inoltre in contrasto con la posizione ufficiale di Tokyo a favore di un mondo libero da armi nucleari, una richiesta sostenuta con forza dai sopravvissuti ai bombardamenti atomici (hibakusha).
Al tempo stesso, il Giappone fa affidamento sull’ombrello nucleare degli Stati uniti per la propria sicurezza, un aspetto che secondo alcuni critici rappresenta già una contraddizione rispetto ai principi non nucleari.
La fonte dell’ufficio del primo ministro ha infine negato di aver discusso direttamente con Takaichi una revisione dei Tre principi. In passato, dichiarazioni simili hanno avuto conseguenze politiche rilevanti: nel 1999 l’allora viceministro parlamentare della Difesa Shingo Nishimura fu costretto alle dimissioni dopo aver suggerito che il Giappone potesse valutare l’ipotesi di dotarsi di armi nucleari.

