Assosuini: nel 2025 in calo i suini macellati in Italia

Roma, 19 dic. (askanews) – Il 2025 si chiude per la filiera suinicola italiana come un anno di apparente solidità economica, ma al tempo stesso come un punto di svolta potenzialmente critico. I numeri analizzati nel convegno di fine anno di Assosuini mostrano infatti una filiera che ha beneficiato di prezzi elevati, ma che presenta squilibri interni sempre più difficili da sostenere nel medio periodo.

Sul fronte produttivo, infatti, l’offerta nazionale di suini da macellazione resta strutturalmente compressa. Negli ultimi dodici mesi, i suini macellati nel circuito DOP si attestano intorno a 8,3-8,4 milioni di capi, mentre il totale dei suini grassi macellati in Italia si colloca poco sopra i 9 milioni di capi. Si tratta di livelli inferiori rispetto al periodo pre-PSA e significativamente più bassi rispetto ai principali competitor europei. Questa contrazione dell’offerta ha rappresentato il principale fattore di sostegno dei prezzi.

Nel corso del 2024 e soprattutto del 2025, i prezzi dei suini pesanti da macello del circuito tutelato (160-176 kg) hanno raggiunto livelli storicamente elevati, oscillando per lunghi periodi tra 1,90 e 2,40 euro/kg. Se si confrontano questi valori con la media 2017-2020, quando i prezzi raramente superavano 1,45-1,50 euro/kg, emerge l’eccezionalità della fase attuale.

L’impatto sulla redditività dell’allevamento è stato immediato. L’indice di redditività dell’allevamento a ciclo chiuso ha superato stabilmente quota 2,0 nel 2025, contro valori storici compresi tra 1,0 e 1,3. Questo significa che l’allevamento ha vissuto uno dei periodi più favorevoli degli ultimi decenni, recuperando marginalità dopo anni di forte compressione.

L’aumento del prezzo dei suini si è trasferito lungo la filiera, in particolare sulle cosce fresche, spiega Assosuini. Le cosce destinate alla produzione di prosciutti DOP hanno raggiunto nel 2025 valori prossimi ai 6,50-7 euro/kg, mentre nel periodo precedente alla crisi i prezzi si collocavano stabilmente sotto i 4,50 euro/kg. Anche le cosce non DOP hanno registrato un incremento significativo, pur mantenendo un differenziale di prezzo negativo rispetto al circuito tutelato.

Il vero punto di criticità emerge tuttavia nella fase finale della filiera. I prezzi dei prosciutti stagionati, in particolare dei prodotti DOP, hanno mostrato una capacità di crescita molto più limitata. Nel 2025, il prezzo del prosciutto di Parma stagionato 12 mesi si è collocato prevalentemente in una fascia compresa tra 9,50 e 11 euro/kg. Questo livello rappresenta un evidente “tetto” imposto dal mercato, che non consente di trasferire integralmente a valle l’aumento dei costi della materia prima.

La conseguenza è stata una forte compressione della redditività della stagionatura, soprattutto nel comparto DOP. In diversi momenti del 2024 e del 2025, la redditività dei prosciutti DOP pesanti è risultata inferiore a quella dei prosciutti non DOP, un fatto che rappresenta un’anomalia storica e un segnale di allarme per l’intero sistema delle produzioni tutelate.