Turismo: le strutture ricettive ripensano agli spazi ai tempi del coronavirus
La comunicazione aziendale punterà sull'igiene e la sicurezza
Turismo. A tenere banco tra i gestori delle strutture ricettive soni i temi della revisione della propria organizzazione, il ripensamento di alcuni spazi, i servizi dell’albergo (a causa del distanziamento). Rappresenteranno gli elementi centrali dell’albergo che verrà. Il messaggio di attività inerenti prevenzione, igiene e sicurezza dovrà rappresentare l’elemento centrale della comunicazione aziendale. E’ uno dei dati emersi dalla ricerca condotta dall’Osservatorio turistico della Valle d’Aosta di turismOK, azienda specializzata nel management e marketing turistico di montagna. La ricerca ha visto il coinvolgimento di un campione sufficientemente rappresentativo della realtà valdostana: 247 strutture ricettive, pari a circa il 20% del totale.
Archiviata la perdita media sul fatturato invernale pari al -32,6%, dato aggiornato al primo aprile, gli albergatori pensano al futuro.
L’analisi di turismoOk
In situazione di totale stallo della domanda (la media degli accessi ai siti web turistici valdostani è calata del 37,6%) iniziative a carattere commerciale risultano (in questo momento) inappropriate. È bene proteggere la propria politica tariffaria in attesa di sviluppi: sì all’apertura della disponibilità, no ad affrettate svendite. In uno scenario dove lo storico aziendale va reinterpretato la definizione del «previsionale» diviene attività assai difficile perché basata su poche certezze. Una gestione flessibile delle politiche tariffarie e delle politiche di vendita (condizioni) può quindi risultare determinante nella fase di ripartenza.
Il ricorso al credito
In tema di “ricorso al credito” invece, lo scenario si diversifica molto e dipende da specifiche fattispecie. Il ricorso a nuovo credito è funzione di situazioni debitorie pregresse (più o meno marcate). Situazioni già in sofferenza non potranno in effetti beneficiarne. Gli alberghi e le Rta sembrerebbero in ogni caso mostrare una maggiore solidità finanziaria.In questa fase può risultare strategico mantenere contatti attivi con la propria clientela (sia domestica che straniera). Cala anche il peso dell’intermediazione sulle OTA che si attesta intorno al 38,3%, trend appunto discendente rispetto a quanto emerso nelle precedenti indagini di 8 punti percentuali. Su questo tema è possibile immaginare un ulteriore calo a fronte della necessità da parte del cliente di mettersi direttamente in contatto con la struttura al fine di ottenere maggiori informazioni in merito alla sicurezza sanitaria.
(re.aostanews.it)