Valle d’Aosta: reddito di cittadinanza, è boom, Caf in difficoltà
L'allarme lanciato a livello nazionale per le troppe incombenze: a rischio la gratuità di numerosi servizi. In Valle d'Aosta, le persone che beneficiano del reddito di cittadinanza sono 1502
È boom per il reddito di cittadinanza in Valle d’Aosta.
I dati ad agosto 2020, infatti, parlano di 1502 beneficiari su 2.561 domande effettuate e questo, insieme a tutti gli altri adempimenti, manda nel caos anche nella nostra regione i Caf, che lanciano un grido di allarme.
L’allarme
A lanciare il monito, a livello nazionale, è il Caf Unsic, sindacato datoriale con oltre duemila uffici in tutta Italia.
Secondo i dati diffusi dall’ente, infatti, reddito di emergenza, bonus mensili per i lavoratori autonomi, bonus colf e le ultime misure governative per far fronte al periodo di pandemia, vengono richieste attraverso i Caf.
Se poi si pensa che a tutto questo vanno aggiunti gli assalti per il “Superbonus 110%”, nonché la crescita del 23% da gennaio delle domande per il reddito di cittadinanza, ecco che il quadro si completa.
L’attività
I centri di assistenza fiscale, infatti, si occupano di una gamma di servizi in continuo ampliamento, che va dalle pratiche catastali, fino ad arrivare ai calcoli per Imu, Isee e Tasi.
E i dati confermano la centralità di queste “entità” fondate a partire dal 1991.
Nel 2019, ad esempio, attraverso i Caf sono passate il 94.7% delle domande per l’Isee (pari a sette milioni e 578mila), l’85% delle dichiarazioni dei redditi e i due terzi delle domande per il reddito di cittadinanza.
Rischio di servizi a pagamento
A fronte di questo ammontare di lavoro, il presidente del Caf Unsic, Domenico Mamone, lancia l’allarme.«I principali servizi sono offerti gratuitamente grazie a convenzioni con lo Stato» ricorda Mamone, che parla, ad esempio, di un accordo tra Inps e Caf che, per il 2020, vale circa 117 milioni di euro.
Lo scopo è quello di fornire servizi «in termini molto concorrenziali sia per la prossimità, grazie ai circa 45mila sportelli sparsi in tutta Italia, sia per la competenza – continua Domenico Mamone -, tanto che le nostre strutture sono rimaste aperte anche nel periodo di quarantena, a differenza di molti uffici pubblici».
C’è un però: i tagli nei trasferimenti continuano imperterriti. «Tra il 2018 e il 2019 sono stati dati 30 milioni in meno, a fronte della parallela crescita delle materie delegate – spiega ancora il presidente -. Quest’anno, poi, a causa del Covid-19, si è verificato un boom di richieste per alcuni servizi, come un +35% di domande per l’Isee, che segue il +20% del 2019».
Boom reddito di cittadinanza
Inoltre, come detto, sono cresciute anche «le richieste di reddito di cittadinanza base: secondo i dati Inps riferiti ad agosto 2020, ne beneficiano ormai 1.464.835 nuclei familiari per un totale di 3,081 milioni di persone. In Valle d’Aosta sono 1.502 (su 2.561 domande)» spiega ancora Mamone, che poi ribadisce l’allarme.
«Se si esaurirà il plafond di risorse previsto dalla convenzione con l’Inps per l’invio gratuito degli Isee, insieme ad altri budget, il rischio concreto è che alcuni servizi diventeranno a pagamento – chiosa -. Sarebbe una beffa soprattutto per coloro a cui gli strumenti ottenuti dai Caf, come i redditi di cittadinanza o d’emergenza, rappresentano necessità esistenziali».
(al.bi.)