‘Ndrangheta: «la Valle stia attenta alle infiltrazioni»
Alcune telefonate, per organizzare la strage di Natale, a San Luca (‘anteprima’ della forse più nota strage di Duisburg) – partirono dalla Valle d’Aosta. Così ieri sera, venerdì, alla cittadella dei giovani, il procuratore Mario Andrigo – invitato da Libera Valle d’Aosta – ha esordito, parlando di «infiltrazioni riconoscibili». Il procuratore non ha fatto mistero dei escamotage utilizzati per far transitare la droga, dalla piana di Gioia Tauro ad Aosta: nei torroni in inverno e con salumi e soppressate negli altri mesi dell’anno. A insidiare maggiormente il Nord del bel Paese sarebbe, secondo il dotto Andrigo, «la ‘ndrangheta che non spara, che genera contatti con le realtà economiche, facile preda vista la crisi dei mercati». Il tenente colonnello Guido di Vita, comandante dei carabinieri dell nosta regione ammonisce, «tenete gli occhi aperti, perchè dove la mafia vuole riciclarsi fa di tutto per non fare casini». Quella mafia non più ‘lupara e coppola’ ma fatta di aziende efficienti in grado di soddisfare bisogni e muovere denaro.
In foto, il referente di Libera VdA Marika Demaria, il procuratore Mario Andrigo e il giornalista Lele Rozza che insieme al dottor Andrigo ha scritto il libro ‘Le radici della ‘ndrangheta’.