Pressioni sul voto in Consiglio, respinta la risoluzione di Alpe e Pd
”Nessuno deve toccare quel territorio franco che è in ognuno di noi”. Così il consigliere unionista Luciano Caveri, intervenendo in aula sulla vicenda legata alle pressioni sul voto che lo ha visto protagonista insieme alla collega Hélène Impérial. Colpevole delle pressioni il capogruppo Uv Diego Empereur. ”La nostra era una questione di principio ha proseguito Caveri – e non interna allUnion; non era una faccenda da risolvere a tarallucci e vino in Avenue des Maquisards; non è stato un capriccio, un comportamento isterico ma è stato un gesto, quello di potare a conoscenza dellepisodio il presidente del Consiglio, di sensibilità istituzionale. E una pagina negativa e suona come ammonimento di rispetto del consigliere e del suo ruolo”. Per il resto scuse di Empereur accettate e colloquio con Cerise esaustivo. Si è chiusa, senza dibattito generale, assente il presidente della Giunta Augusto Rollandin in trasferta a Roma, la discussione sulla risoluzione presentata da Alpe e Pd che invitava a ”procedere alla segnalazione del fatto alle competenti autorità e a promuovere ladozione di tutte le misure per assicurare la libertà delle funzioni a ogni consigliere”. Risoluzione che è stata respinta con 24 contrari, un astenuto (Caveri). Libertà che il presidente del Consiglio , Alberto Cerise, garantisce: ”Non è costume di questo Consiglio controllare il voto ha dichiarato in aula e quanto avvenuto è di carattere episodico. E censurabile, ma non ho ravvisato alcun reato e quindi non ritengo di dovere mettere al corrente le autorità competenti dellaccaduto”. Le minoranze (Alpe e Pd) si sono dette pronte a ”difendere gli ultimi brandelli di democrazia in Valle”.