Scuola, Idv: al posto del patois, più ore di inglese
Più inglese, meno patois nelel scuole. L’Italia dei Valori della Valle d’Aosta ritiene anacronistica e slegata ai tempi attuali la recente proposta dell’assessorato all’Istruzione della Regione Autonoma Valle d’Aosta di istituire corsi di lingua franco -provenzale (patois) agli studenti delle scuole elementari e medie della regione. “Non intendiamo con questo sminuire questa importante lingua locale si legge in una nota dell’Idv -, ma al contrario reputiamo validi altri sistemi e modalità per il suo apprendimento. Tutto questo a fronte di un insegnamento della lingua inglese per gli alunni della scuola elementare che attualmente costa solo di un’ora settimanale. In un momento sociale ed economico come l’attuale, la lingua inglese appare a tutti gli effetti un aspetto fondamentale del bagaglio culturale di qualsiasi giovane europeo che, soprattutto in un’età di crescita, può apprendere molto facilmente il difficile idioma anglosassone”.
Proponiamo che parallelamente allo studio della lingua patois si predisponga come alternativa, nei confronti degli studenti che non accettino questo insegnamento, un corso collaterale di lingua inglese – sottolinea ilsegretario regionale, Marco Belardi -. Ricordiamo che la Valle d’Aosta non si può considerare un’isola felice chiusa in se stessa, ma deve entrare in un contesto economico e culturale sia italiano che europeo. Ricordiamo altre sì che il politecnico di Milano dal prossimo anno svolgerà sia le elezioni del biennio specialistico che le sessioni di esame solamente in lingua inglese. Appare quindi fondamentale l’insegnamento di questa lingua in Valle d’Aosta fin dai primi anni della scuola elementare, anche per evitare la solita differenza di classe secondo la quale chi ha le possibilità economiche manda i figli a lezione privata di inglese mentre chi non possiede risorse sufficienti potrà far svolgere ai propri figli un impegno lavorativo solamente nei confini della regione. Stigmatizziamo altre sì, oltre al contenuto anche la forma della lettera redatta dall’assessore all’Istruzione, Laurent Vierin, che parla di lingua del cuore in un momento economico tale dove molte famiglie non hanno di che saziarsi”.
Non si fa attendere la replica dell’assessore Viérin, il quale esprime “vivo rammarico per le affermazioni dellIDV valdostana in merito allintroduzione facoltativa di corsi di patois allinterno del sistema scolastico valdostano. Mi spiace che non sia stata colta la vera valenza di questa proposta che non è certo di chiusura, ma al contrario di apertura così come lo sono linsegnamento delle lingue, inglese compreso, e lintroduzione delle nuove tecnologie sulle quali stiamo lavorando in intesa con le istituzioni scolastiche.Lopportunità dellinsegnamento facoltativo del patois che viene offerta agli alunni ha assoluta dignità di formazione in quanto il patois è da una parte lingua storica e dallaltra strumento di integrazione per chiunque si riconosca nei valori della comunità valdostana. E merita di trovare giusta collocazione allinterno del Piano delOfferta Formativa della scuola valdostana.
E forse arrivato il momento di superare la messa in discussione di una lingua contro laltra e le più moderne teorie didattiche lo hanno già fatto rilevando come lambiente bi e plurilingue sia il più favorevole allapprendimento linguistico. Respingo quindi laccusa di anacronismo, che rimando a certe interpretazioni fuori tempo come quella dellIDV, in quanto credo profondamente nel concetto di glocal, pensare globale e agire locale, cui la nostra scuola si ispira”.
l.m.)