Zichella: cinque punti in nove partite sono troppo pochi
“L’unico vantaggio è che il mio posto lo prende un altro ex granata”. Giovanni Zichella rimane se stesso fino all’ultimo e, tra l’altro, rivela di essere stato uno degli osservatori che ha promosso Benny Carbone al primo provino al Toro. La telefonata delle 7.15 del mattino con la quale Christian Filippella gli ha comunicato l’esonero non lo fa chiudere a riccio, né sparare su tutto quello che si muove. L’amarezza c’è, “è il mio primo esonero, è chiaro che non possa farmi piacere”, ma viene scavalcata dall’analisi lucida della situazione: “Qualsiasi dirigente di qualsiasi società, a prescindere dal nome, manderebbe via l’allenatore che ha fatto cinque punti in nove partite. Me l’aspettavo di più dopo il 5-0 con il Monza, ieri abbiamo fatto bene, ma la classifica è quella e la decisione ci sta”.
Zichella adesso staccherà “dieci giorni, nei quali mi riposerò e mi dedicherò a mia moglie e mio figlio, poi riprenderò a girare, a seguire allenamenti, a conoscere giocatori, come ho fatto tre anni fa. Aggiornarsi è una cosa importante, che fa parte del mio mestiere, perché io continuerò a fare l’allenatore”. Intanto deve voltare pagina e lo fa non rinnegando nulla. “Non rinnego niente di quello che ho fatto in questo anno e mezzo in Valle d’Aosta. Anche in questa stagione ho dato tutto me stesso, ho lavorato duro, ancora sabato mi sono fatto trecento chilometri per vedere Alessandria-Castiglionese. Non ho mai lasciato nulla al caso, ma il calcio non è una scienza esatta. Il gruppo a mia disposizione era molto giovane e, si sa, i giovani devono avere tempo di crescere, di maturare. In settimana bisogna lavorare sui singoli, per farli migliorare individualmente e permettere loro di rendere al meglio la domenica e fare risultato. Io ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità, ma cinque punti sono davvero pochi. Non ho comunque nulla da rimproverare a me, ai giocatori e alla società”.
E’ quindi tempo di bilanci. “In diciotto mesi la Valle d’Aosta mi ha regalato più gioie che dolori, anche se il dolore più grande si chiama esonero. Abbiamo fatto un quarto di finale nazionale nei play off di serie D, poi abbiamo vinto il campionato salendo tra i professionisti, cose importanti, che non si dimenticano. Ma più dell’aspetto sportivo, è quello umano ad avermi colpito. Mi avevano detto che il valdostano è un tipo freddo, invece da voi ho trovato molto più calore che in tanti altri posti. Anche oggi ho ricevuto messaggi da persone che non sentivo da mesi e che sono riuscite a commuovermi; penso che un giretto in Valle a salutare gli amici, di tanto in tanto, mi toccherà farlo”.
(davide pellegrino)