Calcio: il VdA a Venezia con i dubbi Amato e Temelin
«E’ una questione di cultura e di educazione, ma l’ultima parola deve spettare all’arbitro». Nel corso della conferenza stampa di oggi pomeriggio al Comunale di St-Christophe, Christian Jidayi e Mamadou Kanouté (in foto durante un allenamento) sono tornati sull’uscita dal campo del Milan durante l’amichevole di Busto Arsizio per gli ululati razzisti contro i giocatori di colore rossoneri. «Quest’anno è successo anche a noi proprio nel match a casa della Pro Patria – ha spiegato Jidayi -, ma in passato mi è capitato anche a Lecco, quando vestivo la maglia del Novara. Per fortuna negli ultimi anni sono episodi sempre più isolati, ma è giusto condannarli. Personalmente, quando sono in campo sono talmente concentrato che non ci faccio caso: ho così tanto a cui pensare in partita, che non ho tempo di reagire. Comunque sia, è l’arbitro che deve intervenire e fermare la partita, ma quando succede è un peccato, perché per colpa di pochi ci rimettono i veri sportivi». Anche Mamadou Kanouté rispedisce al mittente gli ululati. «E’ una pessima abitudine – ha dichiarato il talentuoso fantasista di proprietà del Benevento -; personalmente non smetterei di giocare, la decisione spetta all’arbitro, non a noi giocatori. Quando capita, comunque, invece di smontarmi, mi carico ancora di più».
Il Vallée d’Aoste partirà per Venezia alle 8.30 di domani mattina, sabato 5 gennaio; dopo l’ormai tradizionale rifinitura al Saini di Rozzano, la comitiva granata raggiungerà il capoluogo lagunare nel pomeriggio. In dubbio per il match del Penzo gli acciaccati Temelin (problema all’adduttore) e Amato (colpo in allenamento).
(d.p.)