Calcio: un VdA incompleto contro la voglia di vendetta del Renate
«Ci mancheranno giocatori importanti, ma sono sicuro che chi andrà in campo non farà rimpiangere gli assenti». Benito Carbone non nasconde le insidie della trasferta che aspetta il suo Vallée d’Aoste domani alle 14.30 al Città di Meda (arbitro Valerio Colarossi della sezione Roma 2), dove ad attendere i granata ci sarà un Renate voglioso di riscattare la sconfitta subìta all’andata al Certutti di San Giusto (unica vittoria della gestione Zichella). Il tecnico, che sarà in tribuna per squalifica (al suo posto in panchina andrà il fido Alexandro Dossena), dovrà rinunciare a sei pedine di primo piano: Frattali e Jadayi fermati dal giudice sportivo, Amato, Cuneaz, Esposito e Kanouté ai box per problemi fisici. Il VdA si schiererà con il 3-5-2, con Gentile in regìa e in avanti il duo Bentoglio-Sinato, che tanto bene ha fatto due settimane fa a Casale. «Affronteremo una squadra che non è in alto dall’inizio della stagione per caso – ha spiegato dopo la rifinitura di Roisan Benito Carbone -: sanno difendersi molto bene, stando tutti dietro alla linea della palla e davanti fanno male. In particolare c’è Brighenti, che ha giocato con me un anno a Pavia, che è davvero pericoloso: sa far salire la squadra e poi sotto porta ha dei lampi da grande giocatore». Carbone è comunque sereno: «I ragazzi stanno bene, hanno lavorato alla grande e a livello di testa stanno dando tutti il massimo: l’importante sarà non sbagliare l’impatto alla partita. Le prossime cinque partite sono di quelle da far girare la testa, ma, paradossalmente, a livello di concentrazione e attenzione sono quelle che per i giocatori si preparano da sole, perché affrontando squadre forti gli stimoli non mancano mai. L’allenatore deve lavorare a livello atletico e tattico, preparando sempre qualcosa di nuovo per mettere in difficoltà l’avversario: anche questa volta l’abbiamo fatto, ma per il momento ce lo teniamo per noi». Carbone ha visionato i brianzoli domenica nel recupero vinto 3-0 sul Santarcangelo. «Tanto che c’ero ho già trovato il posto dove guarderò la partita – scherza il mister di Bagnara Calabra -. E’ un peccato non essere in panchina, perché l’allenatore è il punto di riferimento della squadra e deve essere vicino ai giocatori, ma sarò sostituito da Dossena, che sa il fatto suo, conosce molto bene i ragazzi e ha saputo conquistarsi la loro stima, quindi da quel punto di vista sono molto tranquillo». Il tecnico ha chiuso parlando del trasferimento di Giancarlo Varvelli al Chiasso. «Mi ha mandato un sms di commiato, invece di rispondergli l’ho chiamato perché ci tenevo a salutarlo a voce e gli ho detto che se metterà la determinazione delle ultime due settimane, questa avventura per lui potrà essere molto positiva. Con me è partito titolare, ma si è fatto subito male e al rientro non ha più trovato spazio, perdendo fiducia nei suoi mezzi. Nel calcio bisogna lottare tutti i giorni per farsi trovare pronti quanto ti capita l’occasione».
Per un giocatore che parte, ce ne sono due arrivati da poco che sono soddisfatti dell’opportunità concessa loro: Michele Bentoglio e Ivan Reali. «Ho colto al volo la chance perché sapevo che questa era una buona realtà – ha dichiarato Michele Bentoglio, attaccante classe ’93 scuola Parma -. Nel 3-5-2 mi trovo bene, posso giocare sia come prima che come seconda punta, mi piace in particolare stare dentro l’area di rigore. Con Sinato si è creata subito una buona intesa, ma i gol di Casale, soprattutto l’ultimo, sono più merito suo che dei miei assist». Bentoglio non è alla ricerca spasmodica del primo gol in maglia granata, anche se ammette che «sarebbe bello arrivasse domani e ci consentisse di portare a casa dei punti. Comunque sia, al di là delle soddisfazioni personali, qui conta la squadra e siamo tutti concentrati e carichi per raggiungere la salvezza. Il mio sogno di giocare nelle categorie superiori è ancora intatto, ma per realizzarlo un calciatore deve anche avere la fortuna di trovare qualcuno che creda in lui e lo faccia giocare. Da parte mia darò sempre il massimo quando sarò chiamato in causa».
«Ho trovato davvero un bel gruppo – ha spiegato Ivan Reali (foto), esterno mancino classe ’91 proveniente dall’Ascoli – e mi sono inserito senza problemi. Dobbiamo rimanere concentrati sull’obiettivo della salvezza, andando avanti partita per partita. In Valle d’Aosta non c’ero mai stato, ma ho voluto fortemente venire a giocare qui, perché avevo bisogno di quattro mesi nei quali pensare e rimanere concentrato soltanto al calcio: quest’avventura per me deve essere il trampolino per arrivare in alto. Qui ci sono tutte le condizioni per un calciatore per fare bene, peccato solo che le partite casalinghe si giochino a 80 chilometri da St-Christophe: uno svantaggio, visto che i match interni si trasformano di fatto in gare in campo neutro».
E proprio sul versante stadio continua l’attività dei fratelli Filippella e del patron Musso per riportare la squadra in Valle, ma dalle istituzioni continuano a non arrivare risposte positive. Anzi, probabilmente sarebbe più corretto dire che risposte non ne arrivano proprio. E questo silenzio si sta trasformando in un segnale piuttosto chiaro della mancata volontà delle istituzioni, sia comunali che regionali, di permettere al VdA di giocare finalmente sul territorio valdostano.
(davide pellegrino)