Casinò, fuoco di fila sull’amministratore unico Luca Frigerio
Nel 2012 la Casinò de la Vallée perde per la parte alberghiera 9 milioni di euro ma guadagna nel settore gioco 5.900 mila euro; alla voce risparmi vanno registrati la nomina di un amministratore unico – un risparmio di oltre 710 mila euro allanno e il costo totale del lavoro, diminuito di 1.5 milioni di euro. Sono 132 i dipendenti in meno rispetto 2009 con un risparmio di diretto annuo di circa 10 milioni di euro. «Nel 2014 si vedranno i primi effetti positivi di tutti gli interventi effettuati, sia strutturali improcrastinabili sia organizzativi ed è importante sottolineare come nel triennio ha puntualizzato il capo dellesecutivo Augusto Rollandin nell’illustrare il risultato di esercizio 2012 della casa da gioco – il Casinò abbia fatto registrare la migliore performance delle case da gioco italiane, risultato che fa capire il potenziale delle strutture a pieno regime». Rollandin ha poi ripercorso le tappe del rilancio. Ha poi concluso anticipando che «il 2013, seppure un incremento di ingressi nel primo semestre, si conferma come un anno di transizione. Purtroppo le previsioni economiche per il nostro Paese rimangono incerte e tutti gli indicatori economici stanno peggiorando non si può fare affidamento sul mercato interno, almeno nel breve e medio periodo».
Ribadisce Albert Chatrian, consigliere di Alpe: «La casa da gioco è sempre più in pericolo e lo dicono i numeri che abbiamo sotto gli occhi; mettere a rischio il Casinò significa mettere a rischio posti di lavoro e il sistema Valle dAosta; la Casinò SpA ha proprio sbagliato strada». Chatrian stigmatizza «la scelta dellamministratore unico che guadagna due volte più di lei Presidente» e denuncia «la vaghezza sul contenimento dei costi. Nessun azionista lascerebbe il campo libero al suo amministratore; nei primi sei mesi siamo maglia nera dei Casinò, si spende più di ciò che incassa».
«Ogni sperenza svapora davanti ai dati, il bilancio è in profondo rosso. Sul Casinò si racconta una mezza verità: nelle sale da gioco cè il vuoto. Non si vuole guardare oltre il proprio naso, non si guarda allalimento di cui si nutrono i Casinò: le sale da gioco. Urge un cambio di rotta per riportare la risorsa Casinò a un obiettivo più importante», ha detto Andrea Rosset (Uvp), intervenendo nella discussione generale.
Il capogruppo del Pd-Sinistra VdA Raimondo Donzel, in esordio del suo intervento, ha sollecitato la maggioranza a intervenire (il 18 a 17 sconsiglia ndr) nel dibattito «così come era consuetudine». Snocciola le proposte arrivate dai banchi di maggioranza e minoranza tous confondus. «Il primo segnale chiaro è: lasciamo perdere la politica del Pdl dellamministratore unico e rimettiamo in piedi un sano consiglio di amministrazione e cerchiamo di cambiare le strategie che stanno affossando il Casinò e il territorio».
Nel replicare il presidente Rollandin che il «piano di rilancio del Casinò e del complesso del Billia è stato votato nel 2008 dal Consiglio Valle per evitare che la casa da gioco chiudesse i battenti». Parlando del premio di risultato di Luca Frigerio il capo dellesecutivo ha detto «rispettare le scadenze è vitale, magari tutti le rispettassero e senza chiudere la struttura. Nesuno ha la ricetta: la crisi non è un alibi è la realtà; ho presentato un quadro onesto della situazione». Nega, come adombrato da qualcuno, la volontà di privatizzare (ricorda la vicenda Lefebvre di viereniana dino memoria e dei 22 milioni pagati del vuoto per pieno del Billia ndr) e dice: «Nessuno ci pensa minimamente». Di Casinò si tornerà a parlare nel corso della seduta con lordine del giorno di revoca dei premi a Frigerio e con una mozione per listituzione di una Commissione speciale per lelaborazioni di strategie per il Casinò.
(danila chenal)