Tribunale: condannato per essersi fatto trasferire 186.000 euro sui suoi conti da un’ultraottantenne
Due anni di reclusione e il pagamento di 1.000 euro di multa. E’ la condanna inflitta questa mattina dal giudice monocratico del Tribunale di Aosta, Marco Tornatore, a Michele Giovinazzo, 53 anni di Aosta, accusato di circonvenzione di persone incapaci.
I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra la fine del 2010 e l’inizio del 2012: questa mattina in aula, anche grazie all’ascolto di diversi testimoni (tra cui due funzionari bancari di filiale), l’accusa (rappresentata dal pm Luca Ceccanti) ha teorizzato l’impianto secondo il quale Michele Giovinazzo, vicino di casa di M.R., 82 anni, avrebbe col tempo carpito la fiducia della signora, introducendosi nel suo appartamento per alcuni lavoretti edili e per farle compagnia (anche di notte) per via del suo stato di solitudine, col reale fine – secondo il pm – di carpirle somme di denaro approfittando della sua condizione di instabilità psicologica.
Nel 2011, tra le filiali di corso Battaglione e corso Ivrea di Intesa San Paolo, la signora avrebbe trasferito tramite bonifici su conti correnti intestati a Michele Giovinazzo cifre pari a 186.000 euro.
Le indagini scattarono a seguito di alcune anomalie contabili evidenziate dalla banca, che indussero l’aliquota della Guardia di Finanza di Polizia Giudiziaria a effettuare ulteriori approfondimenti.
Nel corso del processo di questa mattina, il pm Luca Ceccanti ha insistito sul fatto che, pur non essendo mai stata dichiarata incapace di intendere e di volere, M.R. – nel periodo interessato dal procedimento – sarebbe stata vittima di una condizione di deficienza psichica.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Giovanni Borney del foro di Aosta, ha evidenziato invece come non sia mai stata provata la circonvenibilità dell’anziana, visto e considerato che nessuna certificazione di incapacità di intendere e di volere è mai stata emessa nei confronti della signora.
M.R., secondo la difesa, avrebbe quindi trasferito ingenti quantitativi di soldi a favore di Michele Giovinazzo per spirito di liberalità, «non essendo stato provato né la sua circonvenibilità, né circostanze oggettive di induzione che sarebbero state poste in essere dal mio assistito», ha spiegato in aula l’avvocato Borney, sottolineando altresì che «la signora, nella sua deposizione in aula, ha assunto un atteggiamento per certi versi aggressivo nei confronti dell’accusa e del giudice in quanto, con questo processo, si sta mettendo in discussione l’autonomia nella conduzione della sua vita privata», ha aggiunto.
Le motivazioni della sentenza di condanna verranno depositate entro 30 giorni, motivo per cui – fuori dall’aula – il difensore di Michele Giovinazzo, in un breve colloquio col suo assistito, ha annunciato di voler prendere visione delle motivazioni per poi promuovere ricorso dinanzi alla Corte d’Appello di Torino.
(patrick barmasse)