Giovanni Malagò ad Aosta: «La Valle ha un’ottima base e può essere uno dei modelli da seguire a livello nazionale»
Finisce oggi in Valle d’Aosta il tour di Giovanni Malagò, che dalla data del suo insediamento ha visitato tutte le regioni italiane. Il presidente del Coni è arrivato nel tardo pomeriggio ad Aosta e, accompagnato dal numero uno dello sport valdostano, Piero Marchiando, ha visitato il PalaIndoor di corso Lancieri, dove, prima di recarsi alla Cittadella dei Giovani per la Giornata Olimpica, ha incontrato i giornalisti. «Oggi è l’ultima regione che visito – ha esordito Malagò, accompagnato dalla dottoressa Cecilia D’Angelo, neo responsabile dei rapporti con il territorio -. Ho mantenuto la promessa che avevo fatto in campagna elettorale, con un gesto concreto che, prima di tutto, considero un dovere, perché non si può fare il presidente del Coni senza sapere di cosa si parla. Questa visita, in primis, è mossa dal rispetto nei confronti dei nostri rappresentanti locali, che sono i generali del Coni sul territorio. Ma non solo, perché ci sono problemi tecnici e logistici da risolvere, e soltanto muovendoci da Roma questo è possibile. Come in tutte le regioni ci sono luci e ombre, mi pare di capire che da queste parti c’è qualche problema con le piscine. Mi ha fatto molto piacere vedere che all’interno di questo impianto ci sia la sede del Coni, questi muri trasudano sport ed è un segnale molto positivo. La Valle d’Aosta, da questo punto di vista, rappresenta un modello di come centralizzare l’organizzazione e creare sinergia, che sono le strade che vogliamo seguire. La vostra regione ha una base molto buona e, anche per le sue dimensioni, può rappresentare un prototipo, un modello, perché qui le cose possono essere più facili. Devo fare i complimenti ai dirigenti che si sono succeduti negli anni, perché la Valle d’Aosta è la regione con la più alta incidenza di tesserati e praticanti rispetto agli abitanti e a questo proposito, da grande tifoso di calcio, sono felice che lo sci sia la disciplina con il maggior numero di tesserati».
Giovanni Malagò ha quindi avuto parole di stima per i dirigenti locali: «Piero Marchiando è un uomo concreto e rappresenta la nuova generazione di dirigenti. Un po’ come il sottoscritto, nello sport fa il volontario, ma ha una professione e porta la sua professionalità nello sport. Eddy Ottoz, poi, con la sua carriera da atleta, tecnico e dirigente, è il vostro miglior ambasciatore, non solo a Roma, ma anche fuori dall’Italia. Sono qui anche per presentare Cecilia D’Angelo, che sono convinto porterà entusiasmo e novità nei rapporti con il territorio. Quando tornerò qui prima della fine del quadriennio olimpico, mi direte se la scommessa fatta con la sua nomina è stata vinta».
In chiusura Malagò ha affrontato il nervo scoperto dei finanziamenti. «Nonostante la crisi economica – ha concluso -, nel 2014 avremo un budget superiore, anche se di poco, a quello del 2013. I comitati regionali non devono aver paura di chiedere a Roma, ma devono sapere che ormai i soldi arriveranno soltanto dietro la presentazione di progetti concreti: è finito il tempo degli stanziamenti senza sapere a cosa saranno destinati, ma se il progetto è interessante, non solo si potrà ottenere quanto chiesto, ma l’anno successivo gli euro potrebbero anche aumentare».
Piero Marchiando, giustamente onorato dalla visita del massimo dirigente dello sport nazionale (la prima in 99 anni di vita del Coni), ha confermato di essere sulla stessa lunghezza d’onda di Malagò. «Concordo con il presidente sul fatto che in un momento difficile come questo i fondi debbano essere cercati a livello privato sul territorio, senza aspettare la politica – ha spiegato -. In questi primi mesi al vertice del Coni valdostano ho potuto apprezzare l’entusiasmo e la voglia di aggiornarsi di tanti dirigenti e tecnici. Per quanto riguarda i lati negativi, invece, mi piacerebbe che all’interno delle federazioni ci fossero meno attriti tra le diverse società che limitano lo sviluppo delle discipline; così come anche le singole federazioni devono imparare a lavorare più in sinergia tra di loro nell’interesse di tutto il movimento sportivo regionale. Come impianti non stiamo male, ma bisogna ammettere che la situazione della pallavolo non è semplice. Come diceva il presidente Malagò, anche sul fronte piscine ci sono problemi, ma sono legati all’usura degli impianti, che ormai iniziano ad avere tanti anni. Tra l’altro soltanto quello di St-Vincent è stato costruito pensando all’attività agonistica a conferma che, in passato, i lavori sono spesso stati fatti senza la necessaria lungimiranza».
(davide pellegrino)