Terzo settore, una forza da sfruttare
Osservare e capire il terzo settore nella regione Valle dAosta per poi agire e prendere delle decisioni, è stato questo lobiettivo del convegno di venerdì 6 dicembre ad Aosta nell’Aula magna dell’Università della Valle d’Aosta organizzato dalla presidenza della Regione e dalla Fondazione Comunitaria della Valle dAosta onlus, in collaborazione con lUniversità della Valle dAosta e la Chambre Valdôtaine.
Il quadro emerso dai dati forniti dallultimo censimento sul non profit realizzato dallIstat e commentati da Nereo Zamaro, dirigente di ricerca Istat, rivelano una realtà complessa e articolata ma in buona salute, anche se ora è arrivato il momento di incanalare le qualità e le virtù del terzo settore. Al 2011, anno di riferimento della ricerca, risultano esserci in Valle dAosta 1319 istituzioni attive, con 2113 addetti, 598 lavoratori esterni, 24 temporanei e 18.692 volontari. «Oggi non bisogna più spiegare cosè il non profit – spiega Zamaro – ma bisogna invece dare la giusta eco ai processi virtuosi che già esistono, in questo settore la Valle dAosta non ha bisogno di essere riempita di contenuti bensì di incanalare il virtuosismo, dare una misurabilità del bene che si crea alla popolazione e soprattutto creare alleanze, mettersi insieme, tra organizzazioni non profit, ma anche con aziende profit e con la pubblica amministrazione, la struttura piccola della regione può essere un aiuto in questo senso».
Dello stesso avviso Nicola Rosset presidente della Chambre «Quello del terzo settore è un ambito importante per leconomia, ma anche il privato sociale può essere unopportunità, oggi non è più possibile fare differenze tra pubblico e privato, profit e non profit tutti insieme dobbiamo ragionare alle modalità di sviluppo e sostenerci».
In foto Nicola Rosset, Luigino Vallet, Fabrizio Cassella, Nereo Zamaro e Dario Ceccarelli
(simonetta padalino)