Cinema, Neve sul Noir, ma solo sul grande schermo
Applausi calorosi e sinceri per l’anteprima del cortometraggio di Davide Borettaz, filmaker di Courmayeur, presentato ieri sera all’apertura del Courmayeur Noir in Festival.
Borettaz ha tradotto in immagini A Lorely, brano de L’Orage contenuto nel terzo album della band, “L’età dell’oro”. Un cortometraggio di poco meno di 10 minuti che sovrappone due storie, il viaggio di un uomo e un abambino (Sandro Boniface e il piccolo Rémy Curtaz) e le vicende di una donna, la bella Loreley (Valeria Bertozzi), sospettata di stregoneria.
Riaccese le luci L’Orage ha portato sul palco del Noir la propria attitudine festosa regalando al pubblico, che non ha risparmiato applausi, un mini concerto che ha preceduto la proiezione del film di apertura, Devil’s Knot di Atom Egoyan.
Nella seconda giornata del festival, dopo la presentazione dei cinque finalisti del Premio Scerbanenco per la letteratura di genere, Massimo Gardella con “Chi muore prima”, Donato Carrisi con “L’ipotesi del male”, Marco Malvaldi con “Milioni di milioni”, Claudio Paglieri con “L’enigma di Leonardo” e Simone Sarasso per “Il paese che amo”, il Noir torna al cinema con quattro film in concorso.
Alle 16 tocca a “The Keeper of Lost Causes” di Mikkel Nørgaard sulla riapertura di un caso archiviato come suicidio che lascia aperti numerosi interrogativi. Alle 18.15 si vola in Patagonia grazie a Wakolda, di Lucia Puenzo, una coproduzione tra Argentina, Francia, Spagna e Norvegia, che narra la storia di una famiglia che si trova a vivere con uno strano individuo che, scopriranno in seguito, è un dei più grandi criminali di tutti i tempi.
Questa sera, alle 21.30, è l’ora degli italiani. Stefano Incerti porta a Courmayeur la Neve abruzzese. Un uomo, Donato, alla ricerca di qualcosa di misterioso, una donna, Norah, scaricata e inseguita da un gangster si incontrano e decidono di fare un pezzo di strada insieme in un paesaggio perennemente imbiancato dalla neve.
Ultimo film della giornata in corsa per il Leone Nero è “On the job” del filippino Erik Matti, le vicende di quattro uomini che, caduti in una ragnatela di macchinazioni e corruzioni che coinvolgono alti funzionari dello stato, si trovano l’uno contro l’altro coinvolti in una storia più grande di loro.
In foto Alberto Visconti e Remy Boniface con John Vignola
(re.vdanews.it)