Tragedia Grotta Tacchi: mezza Aosta si ferma per l’ultimo saluto a Gianluca Girotto
Solamente un casco giallo, simbolo della sua passione. Quella passione per la speleologia che, domenica 5 gennaio, per una tragica fatalità, lo ha portato via da Giulia, Leonardo ed Elena. Una grande parte di Aosta si è praticamente fermata, questa mattina, per dare l’ultimo saluto a Gianluca Girotto, 46 anni, esperto speleologo che nello scorso fine settimana ha perso la vita nella Grotta Tacchi,, vicino a Como. Tutto il Cai Valle d’Aosta, ma non solo. Il mondo della montagna (vista la sua passione per l’alpinismo), il mondo valdostano della musica (visto il suo passato ad altissimi livelli nel ruolo di responsabile luci, dove era conosciuto come “Cucciolo”, come ricorda anche il sito internet dell’Arezzo Wave Love Festival), tutti hanno voluto salutare Gianluca, regalandogli per l’ultimo viaggio una chiesa di Sant’Orso gremita.
«La tragedia capitata a Gianluca oggi ci riunisce qui – ha detto nell’omelia don Armellin -, perché solo il Signore può darci parole di speranza e di vita eterna in questi frangenti. Siamo tutti qui per stare vicini ai familiari, con la preghiera di un popolo credente che, in questi momenti, è un aiuto più grande di ogni morte. Questo giorno viene per tutti e tutti abbiamo esperienza del vuoto lasciato da questi accadimenti. Passiamo le nostre giornate a costruirci una vita, con passioni e sentimenti, per poi ritrovarci a chiederci che senso ha tutto questo se poi bisogna morire? Per questo la parola di Dio non dà risposte facili, ma ci aiuta a guardare oltre, dandoci la speranza che la parola morte non sia l’ultima della nostra vita e che i nostri orizzonti sono più ampi.
L’uomo è come un fiore di campo: oggi c’è, domani non più. La nostra vita è fragile, ma non è tragica e l’amore di Dio aiuta a darle un po’ di solidità». Don Armellin ha poi concluso con parole di speranza. «Ogni volta che ci ritroviamo in queste celebrazioni, è come se raccogliessimo tutti insieme il cammino di una vita, fatta di successi, passioni, sacrifici e gesti incompiuti. Bene, abbiamo la certezza che il Signore ci accoglierà tutti, per far fiorire quello che non siamo riusciti a realizzare qui. E’ con questa speranza che salutiamo Gianluca: lui ci attende nella casa del Signore». Poi, un lungo e sentito applauso, in contrasto con il silenzio commosso con cui una grande folla ha voluto accogliere Gianluca e il suo caschetto per l’ultimo abbraccio.
(alessandro bianchet)