Italia, non un paese povero, ma un povero paese
Charles de Gaulle disse dell’Italia: non è un paese povero, ma un povero paese. Infatti, l’Italia ha l’1% della popolazione mondiale, ma produce il 3% del Pil e determina il 5,7 % dell’intera ricchezza mondiale. Noi italiani, soprattutto al fisco, cerchiamo di tenere nascosto il nostro vero status, per non pagare le tasse. E non pagando, o pagando meno di quanto dovremmo, non facciamo altro che impedire a chi (pochi per la verità) alla riduzione della pressione fiscale provano a mettere mano.
Stefano Livadiotti, giornalista del L’Espresso e scrittore, nel suo ultimo lavoro “Ladri. Gli evasori e i politici che li proteggono” (Bompiani) fotografa quello che è lo sport nazionale degli italiani. No, non è il calcio, ma evadere le tasse. Un’evasione talmente diffusa da provocare una voragine nei conti dello Stato: 180 miliardi di euro all’anno!
Una piaga (una delle tante) che caratterizza il nostro Paese e per la quale gli anglosassoni ci guardano con diffidenza.
L’Italia, alle prese con una crisi storica, dove il lavoro manca e un italiano su tre non arriva alla fine del mese, dovrebbe, per ripartire, ancora prima di pensare a nuova legge elettorale e qualche riforma, risolvere una volta per tutte il problema dell’evasione fiscale, che poi è tutto un problema di cultura. Ormai l’evasione fiscale viene troppo facilmente tollerata, quando invece dovrebbe essere vista come un cancro e combattuta, perché chi le tasse le evade non fa altro che rubare nelle nostre tasche.
In piazza a Roma hanno manifestato 60 mila commercianti, chiedendo meno tasse e ricordando che sono 5 anni che stanno facendo i salti mortali per non chiudere bottega. Ma come i commercianti, altri settori produttivi sono in agonia in Italia. Il problema si riconduce sempre lì: le tasse e il costo del lavoro troppo alto che fa perdere competitività alle aziende e impedisce loro di liberare risorse da investire in ricerca e innovazione.
C’è una sola soluzione: paghiamo tutti per pagare di meno. Solo così ripartiremo.