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Schiavitù e sequestro di persona: rinviato ad aprile il processo contro gli allevatori di Valpelline

La corte d'appello di Torino intende risentire le parti offese giudicate inattendibili

La corte d'appello di Torino intende risentire le parti offese giudicate inattendibili

É stato rinviato al 23 aprile il processo a carico di Clelia Bredy, il marito Napoleone Cuneaz, il figlio Edy e il padre della donna Ugo Bredy accusati di riduzione in schiavitù e sequestro di persona di un ex dipendente di origine marocchina, .
La corte d’appello di Torino intende risentire la parte offesa, Ahmed Naghim, di 39 anni, e il fratello Mohamed, ritenuta inattendibile nella sentenza di assoluzione di primo grado.
La famiglia Cuneaz era stata assolta, in primo grado, nel 2009, perché «il fatto non sussite», ma il tribunale di Aosta aveva comunque condannato Clelia Bredy e Napoleone Cuneaz a tre mesi di carcere e a 5.000 euro per aver violato la legge sull’immigrazione.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti gli imputati avrebbero sequestrato e schiavizzato l’operaio marocchino, obbligandolo a vivere nella sporcizia, a sostenere orari di lavoro massacranti, senza alcuna retribuzione, e minacciandolo di denunciare il suo stato di clandestino alle forze dell’ordine.
I coniugi, arrestati nell’aprile 2005 durante un blitz dei carabinieri, e gli altri due imputati hanno sempre respinto ogni addebito.
(re.vdanews.it)

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