Operazione Bocca di Rosa: rinviati a giudizio il gestore del night club e il tassista
Due rinvii a giudizio e due assoluzioni «per non avere commesso il fatto». Si è chiusa in questo modo mercoledì – dinanzi al gup del Tribunale di Aosta, Giuseppe Colazingari – l’udienza preliminare relativa all’operazione ‘Bocca di Rosa’, indagine coordinata dal sostituto procuratore Pasquale Longarini e guidata dal Capitano Enzo Molinari, che il 4 maggio del 2012 portò il gip di Aosta, Maurizio D’Abrusco, a disporre quattro misure cautelari, una in carcere, due agli arresti domiciliari e un obbligo di dimora.
Mercoledì – accogliendo le richieste del pm Longarini – il gup Giuseppe Colazingari ha rinviato a giudizio sia Remo Lyabel, 50 anni di Valtournenche, sia Marco Pellissier, 65 anni di Cervinia, entrambi accusati in concorso di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nell’ambito della gestione di un giro di ‘lucciole’ ai piedi del Cervino, all’interno del night club ‘Lap Dance’ di Breuil-Cervinia.
Più nel dettaglio, Lyabel sarebbe da considerarsi – secondo le indagini dei Carabinieri – il gestore effettivo del night, mentre Pellissier il tassista che accompagnava i clienti nel locale.
Assolti, invece, al termine del processo con rito abbreviato, gli altri due imputati Domenico Pola, 58 anni di Cervinia, e Mario Spingola, 33 anni di St-Vincent.
L’ingegner Pola – all’epoca dei fatti – era il legale rappresentante dell’associazione che gestiva il night club, mentre Spingola l’addetto alla sicurezza del locale.
«L’ingegner Pola era sì il legale rappresentante del night club, ma si è sempre e solo occupato dell’organizzazione delle attività lecite al suo interno – ha spiegato l’avvocato Massimo Balì di Aosta, che ha difeso Pola insieme all’avvocato Pierfrancesco Bruno di Roma -. Delle attività illecite lui non ne era a conoscenza, anche perché venivano compiute quando il nostro assistito non c’era».
All’epoca dell’operazione, in cui sarebbero stati accertati circa 170 episodi di prostituzione, vennero scoperti e sequestrati anche 94.000 euro in contanti, cocaina e un revolver – con matricola abrasa – con tanto di silenziatore.
Nella foto un momento della conferenza stampa del 5 maggio 2012, quando i Carabinieri spiegarono i dettagli della loro attività di indagine.
Approfondimenti sul numero di Gazzetta Matin in edicola lunedì 14 aprile 2014.
(pa.ba.)