Caso Franzoni: «Annamaria vuole tornare a Cogne? Non abbiamo paura, rimaniamo indifferenti»
«Non è che abbiamo paura che Annamaria Franzoni ritorni a Cogne, su questo (sulla concessione degli arresti domiciliari alla donna, ndr) saranno esclusivamente i giudici che dovranno esprimersi. La comunità di Cogne si è ormai gettata alle spalle una vicenda dolorosa e che ha sicuramente impressionato tutti, ora siamo indifferenti a riguardo, non abbiamo paura che ritorni, ripeto siamo indifferenti all’eventualità».
Così l’ex sindaco di Cogne, Osvaldo Ruffier, primo cittadino del paese ai piedi del Gran Paradiso dal 1971 al 2003, commenta i particolari emersi dalla perizia effettuata dal professor Augusto Balloni – per conto del Tribunale di Sorveglianza di Bologna – su Annamaria Franzoni, condannata in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio del figlio Samuele Lorenzi, avvenuto la mattina del 30 gennaio del 2002 nella villetta di famiglia di località Montroz, a Cogne (abitazione dissequestrata il 23 marzo di un anno fa e tornata nelle disponibilità di Stefano Lorenzi).
«Sento il bisogno di tornare in quella casa. Non sarà facile, perché è dove Samuele ha vissuto e dove è stato ucciso. Non voglio rinnegare quei ricordi, non voglio perderli. Ho voglia di tornare lì, perché stare lontano è come voler dimenticare… Non posso permetterlo: non è giusto», ha dichiarato Annamaria Franzoni in uno dei suoi incontri con Augusto Balloni, il professore incaricato di stabilire se la donna possa ottenere la detenzione domiciliare, avendo già scontato un terzo della pena in carcere.
In merito al passaggio «…dove Samuele ha vissuto e dove è stato ucciso», però, l’ex primo cittadino Osvaldo Ruffier ci preme a sottolineare: «Già nei giorni immediatamente successivi alla tragedia, decidetti di espormi in prima persona per sgombrare il campo da equivoci e fraintendimenti: a Cogne non c’è mai stato alcun mostro, come forse qualcuno aveva invece inteso fare credere, la giustizia ha dato ragione a chi ha sempre sostenuto, e continua giustamente a sostenere, che si è trattato di un delitto consumato all’interno della famiglia. Cogne e i suoi abitanti con questo fatto non c’entrano e mai hanno voluto c’entrarci», puntualizza.
In riferimento alle parole di Annamaria Franzoni, lo psichiatra e criminologo Massimo Picozzi è tranchant: «La Franzoni non ritornerà mai a Cogne».
Interpellato in merito ai diversi passaggi emersi dal lavoro peritale, che ha sottolineato come Annamaria Franzoni – attualmente reclusa presso la casa circondariale della Dozza, a Bologna – presenti tuttora «condizioni di pericolosità sociale» (sull’eventuale concessione della detenzione domiciliare il Tribunale di Sorveglianza ha quindi chiesto ulteriori approfondimenti), l’attuale sindaco di Cogne, Franco Allera, commenta: «Con tutto quello che è successo, che ha fatto e che ha detto su tante persone, è ovvio che almeno una parte degli abitanti di Cogne non penso rimarrebbe felice nell’apprendere di un suo ritorno. Questa vicenda ha fatto molto male a Cogne e ai suoi residenti».
(patrick barmasse)