Crisi politica: Luigi Bertschy: «Se si cercano vie brevi per la soluzione l’Uvp non ci sarà»
«La crisi ha messo in difficoltà un sistema e se si cercano vie brevi per la soluzione l’Uvp non ci sarà». Lo ha sostenuto il capogruppo dell’Union valdôtaine progressiste Luigi Bertschy rispondendo ai giornalisti a margine della conferenza stampa convocata dalle forze di opposizione compatte per presentare i tre punti all’ordine del giorno del Consiglio Valle straordinario di martedì 3 giugno, riferendosi agli incontri bilaterali tra Alpe e Pd con la maggioranza Union valdôtaine e Stella Alpina che «ci lasciano assolutamente tranquilli». Il cambiamento non passa solo attraverso nomi e cognomi (leggi Augusto Rollandin) ma deve passare attraverso i contenuti. I colleghi di Alpe e Pd lo hanno ribadito in maniera chiara» ha concluso, puntualizzando che «qualora invitati l’Uvp avrebbe incontrato la maggioranza».
Sull’ipotizzato ingresso in maggioranza di Alpe il capogruppo Patrizia Morelli glissa e ribadisce: «Alpe ha deciso di incontrare la maggioranza e presentato a Uv e Sa un documento con i punti irrinunciabili da affrontare quali la legge elettorale con una preferenza unica, le partecipate. Attendiamo in giornata la risposta». Parla di «riscrivere le regole affinché non ci siano più cittadini di serie A e B, teniamo la barra alta e dritta sulla libertà di espressione e le pari opportunità» il consigliere del galletto Albert Chatrian che prosegue: «chi ha incarnato il sistema non può dare discontinuità e neppure i complici del sistema. Il cambiamento deve passare attraverso i fatti e la proposta di partecipare alla Renaissance deve essere aperta a tutti».
Non ha dubbi il capogruppo del Pd-Sinistra VdA Raimondo Donzel: «Chi è responsabile della crisi faccia un passo indietro. Il Pd è il catalizzatore del cambiamento e non è una stampella». Snocciola Donzel alcune azioni urgenti come i tagli agli stipendi dei consiglieri e dei manager, onorare le mozioni approvate in Consiglio «perché alle promesse di istituzioni di gruppi di lavoro non ci stiamo».
Chiara la posizione del Movimento 5 Stelle: «Lo abbiamo detto in tutte le salse: non entreremo in nessun governo ma voteremo qualunque documento, indipendentemente da chi governerà, che metterà in pratica i punti di Renaissance, progetto che abbiamo sottoscritto» scandisce il consigliere Roberto Cognetta e conclude: «Se la maggioranza ci avesse invitati a un colloquio ci saremmo andati».
(danila chenal)