Pestaggio a sangue in camera da letto, il giudice pronuncia condanne per 7 anni di reclusione
Tre anni e 6 mesi di reclusione a testa, oltre al pagamento di una provvisionale alla persona offesa di 20.000 euro e alla rifusione delle spese legali.
E’ una stangata, quella pronunciata questa mattina dal giudice monocratico del Tribunale di Aosta, Davide Paladino, nei confronti di Stefano Martarello, 40 anni, e Fabio Schizzerotto, 26 anni, accusati di concorso in lesioni personali aggravate, violazione di domicilio, violenza privata e ingiurie.
I due imputati erano accusati – all’alba del 30 giugno 2012 – di aver sfondato la porta dell’alloggio del quarantacinquenne Roberto Borrello, in via Grand Eyvia ad Aosta, e di averlo pestato a sangue in camera da letto per via di una presunta relazione che il Borrello avrebbe instaurato – un mese prima dell’aggressione – con una ragazza legata a un amico di Fabio Schizzerotto.
Ragazza che proprio stamane avrebbe dovuto deporre in aula come testimone, ma che non si è presentata dietro la produzione di un certificato medico. Da qui la decisione del giudice di acquisire a prova le dichiarazioni fornite dalla donna durante le indagini preliminari, quando venne convocata dagli inquirenti per fornire sommarie informazioni.
Dopodiché l’udienza odierna ha previsto l’esame dell’imputato Stefano Martarello, che ha respinto ogni accusa formulata a suo carico, precisando che all’alba del 30 giugno 2012 sia lui che Schizzerotto si erano semplicemente presentati alla porta dell’abitazione di Roberto Borrello per «avvisarlo».
Nell’aggressione, così come emerso nella prima udienza del processo, andata in scena il 27 marzo scorso, Roberto Borrello riportò lesioni alla testa e al costato, «nemmeno dopo 80 giorni il medico dell’Usl lo giudicò in grado di riprendere il lavoro», aveva dichiarato in aula il consulente di parte civile, il medico legale Maurizio Castelli, che aggiunse: «La persona offesa è stata ed è tuttora sottoposta a terapia psicologica di sostegno a causa del trauma psicologico patito quella notte», in cui Borrello raccontò di essere stato «riempito di calci e pugni, quindi mi obbligarono a mettermi in ginocchio davanti al letto e a chiedere loro scusa».
Il risarcimento danni alla parte civile dovrà essere valutato in un separato giudizio civile.
(pa.ba.)