Difesa civica: «strumento per collaborare, non un controllore di cui diffidare»
Non si è concretizzata neppure nell’anno 2013 (e neppure sino a oggi, ottobre 2014) l’auspicata istituzione del difensore civico nazionale; «a dire il vero i difensori civici hanno anche richiesto una legge quadro, considerato che ogni regione ha la sua legge» – ha commentato il difensore civico della Valle d’Aosta Enrico Formento Dojot, oggi, presentando i dati dell’attività svolta nell’anno 2013 per la difesa civica e in qualità di garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
Formento Dojot si è detto molto soddisfatto per il fatto che 72 dei 74 comuni valdostani e le otto Comunità Montane hanno sottoscritto la convenzione per la difesa civica, «un servizio importante che significa mettersi in casa un collaboratore, non un controllore. Il difensore civico difende la legge e la normativa ma è anche un tutore terzo dei cittadini». Il difensore civico della Valle d’Aosta ha anche ricordato quanto sia semplice avvalersi della difesa civica; «non c’è bisogno di deleghe, marche da bollo o documenti; basta presentarsi in ufficio liberamente il martedì (9-12; 15-17) e mercoledì (15-18) oppure il giovedì su appuntamento, il rapporto è informale, le risposte arrivano in tempi brevi».
Nel 2013 sono stati 507 i casi trattati dal difensore civico; 40 erano ‘eredità’ del 2012; «con un incremento del 12% e con un aumento significativo per i comuni convenzionati, da 87 a 149 casi. Si è registrato anche l’incremento del 67% delle istanze che riguardano gli enti locali; le istanze continuano a riguardare in prevalenza l’amministrazione regionale e l’azienda Usl».
Perchè i cittadini si rivolgono al difensore civico?
«Al primo posto, il rapporto di lavoro, sia lo svolgimento della prestazione lavorativa, sia concorsi e assunzioni, poi ordinamento, soprattutto sanzioni per la circolazione stradale o tributi locali; poi, assistenza sociale, perlopiù emergenza abitativa, contributi, provvidenze economiche.
«In calo, rispetto al 2012, le istanze per la previdenza e l’assistenza – ha commentato Formento Dojot – diciamo che la speranza per la pensione si è allontanata. Anche la difesa civica sente la crisi; i tagli ‘figli’ della spending review hanno pesato sulle trasferte; il difensore civico ad esempio non ha partecipato alla riunione degli obdusman a Dakar. Il rapporto sull’economia della Banca d’Italia, la disoccupazione all’8%, l’edilizia che segna il passo, i dati contrastanti del turismo – insomma quella luce in fondo al tunnel che auspicavo di trovare, lo scorso anno, non si vede ancora purtroppo» – ha commentato Formento Dojot.
GARANTE PER I DIRITTI DELLE PERSONE SOTTOPOSTE A MISURE RESTRITTIVE DELLA LIBERTA’ PERSONALE
Il difensore civico della Valle d’Aosta è anche Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. Nel 2013 il difensore civico si è occupato di 72 casi, 70 dei quali già definiti. «Si tratta di casi strettamente legati alla condizione di restrizione della libertà personale – ha commentato Formento Dojot – sostanzialmente le relazioni con il personale, il regolamento della casa circondariale, le condizioni di detenzione, il vitto, i prezzi del sopravvitto (generi alimentari in vendita all’interno del carcere che i detenuti possono acquistare con risorse proprie, ndr), la fruizione privata dei servizi sanitari, l’igiene ecc…
«I decreti svuota carcere di fine 2013 e inizio 2014 hanno prodotto qualche risultato – commenta Formento Dojot. La casa circondariale di Brissogne ha una capienza regolamentare di 180 detenuti; a fine 2012 i detenuti erano 281, a dicembre 2013 erano 200, oggi, al 30 settembre 2014 sono 133; «nonostante qualche protesta, la collutazione tra un detenuto e un agente (dopo l’arrivo di sei detenuti dal carcere di San Vittore) e un tentato suicidio, sventato per fortuna – la diminuzione dell’affollamento della struttura ha portato un effetto benefico. Continuano a rimanere le criticità legate alla scarsità di figure di supporto, assistenti sociali e psicologi che possano affiancare i detenuti, anche tenuto conto del fatto che molti sono stranieri e non supportati da una rete di amici o familiari».
Dal 2014, è di nuovo attiva la guardia medica h24; rimane irrisolto il nodo del trasferimento delle risorse finanziarie che non è ancora seguito nonostante il trasferimento di competenze.
Formento Dojot ha lodato l’operato dell’associazione di volontaricato carcerario, «che conta 41 iscritti, che è attiva e attenta alla casa circondariale con varie iniziative e attività».
«La responsabilizzazione del detenuto e il lavoro delle le due leve grazie alle quali la recidiva si abbatte – è provato scientificamente – commenta il garante per i diritti dei detenuti – e proprio su questo bisogna lavorare, anche magari sperimentazioni come la sorveglianza dinamica, come succede nel carcere di Bollate». Positive sono le esperienze lavorative offerte all’interno del carcere, attraverso la lavanderia e il laboratorio di panificazione.
Lo scorso anno ho parlato di carcere come opportunità, di una necessaria integrazione tra casa circondariale e territorio – ha commentato Formento Dojot – serve un altro passo avanti dal punto di vista culturale; il detenuto non va criminalizzato, controllato in carcere e poi una volta fuori ‘affari suoi’. Per questo dico che bisogna insistere sulle opportunità di lavoro».
Nella foto, il difensore civico della Valle d’Aosta Enrico Formento Dojot.
(cinzia timpano)