Prostituzione al Breuil: «Non so quello che avveniva là dentro, io mi occupavo soltanto di riportare a Cielo Alto le ragazze e il cameriere»
«Loro mi chiamavano quando serviva, verso le 4 del mattino, per andare a prendere otto ragazze e il cameriere e portarli a Cielo Alto, al condominio Schuss, dove alloggiavano».
Questa mattina, nell’ambito del processo per il presunto giro di prostituzione scoperto dal 3 marzo al primo aprile 2012 nel circolo privato ‘Lap Dande’ di Breuil-Cervinia dai carabinieri della locale Stazione, davanti al collegio presieduto da Paolo De Paola (giudici a latere Davide Paladino e Paola Cordero) si è sottoposto all’esame dell’accusa uno dei due imputati accusati di agevolazione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
Assente – così come nelle precedente udienza – Remo Lyabel, 51 anni di Valtournenche, per il quale è stata disposta l’acquisizione del verbale di interrogatorio del 4 maggio 2012, si è regolarmente sottoposto all’esame Marco Pellissier, 66 anni di Breuil-Cervinia, «addetto al trasporto delle ragazze dedite al meretricio», si legge nella sentenza del gup del Tribunale di Aosta con la quale sono stati assolti nel processo con rito abbreviato gli altri due imputati nell’ambito dell’Operazione Bocca di Rosa, Domenico Pola, 58 anni di Breuil-Cervinia, e Mario Spingola, 33 anni di St-Vincent, sentenza – depositata il 30 settembre scorso – che il pm Pasquale Longarini ha già appellato (così come anticipato da Gazzetta Matin lunedì 3 novembre).
«Erano Pola («il presidente del club» ‘Lap Dance’, ndr) o Lyabel («penso fosse un dipendente, lo trovavo sempre alla cassa del locale») che mi chiedevano di andare a prendere le ragazze e il cameriere (Mario Spingola, secondo la sentenza del gup persona «con funzioni di garantire la sicurezza delle ragazze», ndr), dopodiché erano direttamente le ragazze a pagarmi la corsa, un forfait di 10 euro», ha raccontato Pellissier, di professione «tassista», che al pm Longarini ha poi risposto: «Nel locale le ragazze bevevano con i clienti e poi andavano in quegli angoli, in questi privés, penso restassero in perizoma ma non so quello che poi avveniva là dentro».
In merito alla domanda circa la sua conoscenza o meno di una ragazza che lavorava nel locale, Marco Pellissier ha quindi affermato: «Era una mia amica, per un periodo la ospitai a casa mia, mi disse che il suo alloggio era troppo piccolo».
Il processo è stato quindi rinviato all’udienza del 4 febbraio 2015, così da poter nel frattempo acquisire la perizia conferita oggi – mercoledì 5 novembre – al consulente Alberto Tarricone di Torino, che entro 60 giorni dovrà consegnare al collegio le trascrizioni di 113 intercettazioni telefoniche che gli inquirenti operarono all’epoca sulle utenze telefoniche dei quattro personaggi coinvolti a vario titolo nelle indagini.
Il collegio presieduto da Paolo De Paola, all’esito dell’esame peritale, si è quindi riservato la possibilità di citare come testimoni 16 clienti delle «ragazze dedite al meretricio» e una ragazza stessa che lavorava nel locale.
Nella foto la conferenza stampa dell’epoca con l’allora comandante della Stazione dei carabinieri di Breuil-Cervinia in prima fila.
(pa.ba.)