Sciopero scuola: «Contratto nazionale fermo da sei anni», Cisl e Snals a testa bassa per la riapertura del dialogo
«Dopo sei anni di blocco dei contratti qualcosa bisognava fare, anche se lo strumento dello sciopero è difficile da utilizzare in questo momento». Spiega così Alessandro Celi, segretario generale dello Snals Valle d’Aosta, lo sciopero della scuola, del servizio pubblico e dei lavoratori privati che lavorano per il pubblico, indetto per lunedì 1° dicembre da Cisl-Scuola, Snals, Consal e Gilda. «E’ vero che c’è la crisi per tutti – spiega ancora Celi -, ma il reparto pubblico e la scuola sono risorse fondamentali soprattutto in questi momenti e, con contratti bloccati e scatti di anzianità sbloccati solo a scapito di altre rinunce, a rimetterci sono sempre gli studenti». Sull’adesione non ci si sbilancia: «Rispetto alle altre mobilitazioni siamo ottimisti – continua Alessandro Celi -, forse la gente si è stufata di questa situazione».
La divisione con Cgil e Uil non rischia di creare una spaccatura insanabile di diminuire la forza contrattuale? «Sicuramente è un problema che andrà affrontato – spiega invece Corrado Fosson di Cisl- scuola -, ma noi volevamo portare avanti il discorso intavolato sull’istruzione, mentre la Cgil ha spinto per lo sciopero generale. Ci dispiace, ma non eravamo d’accordo, abbiamo preferito puntare su un fatto concreto per fare chiarezza un passo alla volta, soprattutto in un momento in cui dall’alto si punta alla democrazia diretta, tagliando fuori gli intermediari».
(nella foto Alessandro Celi e Corrado Fosson)
(alessandro bianchet)