Uvp: rilancia la Costituente autonomista e nega embrassons-nous con la maggioranza
«Per l’Union valdôtaine progressiste è stato un anno intenso di grande lavoro per la costruzione di un movimento che comincia ad avere solide radici sul territorio». Ha esordito così il presidente dell’Uvp Alessia Favre nella conferenza di fine anno «per tirare le fila e lanciare le idee del 2015» ha proseguito. Accennando alla proposta di due parlamentari del Pd di ridurre le Regioni Favre commenta «fa male vedere che la Valle d’Aosta sparisce dalle cartine geografiche e dallo scenario politico» e rilancia il progetto di costituente autonomista valdostana «come sfida al mondo della politica e ai valdostani» che chiama ad aderire.
Intanto partirà sabato 20 una lettera indirizzata ai saggi e agli amministratori di ieri e di oggi con l’invito a «contribuire al dibattito del 10 gennaio a Cogne perché non basta avere l’autonomia sulla carta ma va rivissuta da tutta la Valle d’Aosta». Evoca il presidente del leoncino dorato «l’appuntamento fondamentale con le comunali del 2014 e la politica dei niveaux différents».
Il capogruppo consiliare Luigi Bertschy ha ripercorso l’attività dell’Uvp a Palazzo. Ammette la «presunzione» di aver accarezzato il sogno di governare mentre la crisi si «è risolta con un rattoppo». Facendo riferimento a incontri e confronti con la maggioranza ribadisce il «no a soluzioni di poltrone ma sì alla condivisione sui grandi temi altrimenti non ci restano che le elezioni anticipate». Guarda con favore all’istituzione dei tavoli di lavoro perché anche «dall’opposizione non abbiamo rinunciato a portare il cambiamento e risultati concreti sono arrivati sulla riforma degli Enti locali e sulla costituzione della task force». Respinge le illazioni sull’intesa trovata con l’Union valdôtaine e la Stella Alpina: «nessun allentamento verso la maggioranza». Aggiunge Laurent Viérin, parlando del voto d’astensione sul bilancio di previsione regionale: «non è quello che l’Uvp avrebbe messo in campo ma incidere da dove siamo è il massimo risultato possibile; il resto è colorire qualcosa che non c’è».
(danila chenal)