Inchiesta costi della politica: cronisti non ammessi in aula, il sindacato prende posizione: «Brutta pagina per il diritto all’informazione»
«Giornalisti non graditi e lasciati fuori dall’aula di tribunale». E’ questo il titolo della nota stampa diramata nel pomeriggio dal sindacato dei giornalisti valdostani, l’Associazione stampa valdostana, in riferimento al diniego comunicato questa mattina ai cronisti che avevano presentato formale istanza di poter assistere – in deroga a quanto previsto dal processo con rito abbreviato, stante l’interesse pubblico dell’oggetto al centro del dibattimento – al procedimento penale che vede coinvolti 24 esponenti politici, di cui sette consiglieri regionali in carica, imputati a vario titolo di peculato, finanziamento illecito dei partiti e indebita percezione di contributi pubblici per un ammontare di 1,5 milioni di euro che, secondo la Procura di Aosta, sono stati utilizzati illecitamente.
«Sono stati proprio i difensori degli imputati – e non il gup Maurizio D’Abrusco e nemmeno il procuratore capo di Aosta Marilinda Mineccia, al contrario disponibili – a opporsi oggi alla richiesta formalizzata dai cronisti di poter assistere, considerata la rilevanza pubblica, alla requisitoria del pm, in deroga a quanto previsto dal processo con giudizio abbreviato. Un atteggiamento che ha spento le telecamere e chiuso i taccuini in spregio alla trasparenza», si legge nella nota stampa, che prosegue: «Oggi al palazzo di giustizia di Aosta si è scritta una brutta pagina per la democrazia e per il diritto all’informazione. In un Paese che, non a caso, è precipitato nell’ultimo anno dal 49° al 73° posto nella classifica di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa e il cui parlamento sta scrivendo uninsidiosa legge bavaglio con il pretesto di riformare la normativa sulla diffamazione».
(pa.ba.)