Inchiesta sui costi della politica, le difese di Uv e Fédération all’attacco: «illogicità manifesta delle accuse»
Udienza dedicata alle arringhe delle difese dei quattro imputati dell’Union Valdôtaine e dei due della Fédération Autonomiste, quella andata in scena questa mattina – venerdì – a palazzo di giustizia di Aosta, nell’ambito del maxi processo con rito abbreviato davanti al gup Maurizio D’Abrusco che, nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte ‘spese pazze’ dei gruppi consiliari della XIII legislatura, effettuate dal 2009 al 2012, vede a vario titolo coinvolti 24 tra attuali ed ex consiglieri regionali e funzionari dei partiti Alpe, Fédération Autonomiste, Pd, Pdl e Union Valdôtaine, accusati a vario titolo di peculato, finanziamento illecito e indebita percezione di contributi pubblici.
Per l’Uv, venerdì 13 marzo l’accusa ha chiesto le condanne di Osvaldo Chabod a un anno e 200.000 euro di multa, di Diego Empereur a un anno e 8 mesi, di Guido Grimod a 10 mesi e 200.000 euro di multa e di Ego Perron a un anno e 200.000 euro di multa; per la Fa chieste le condanne di Leonardo La Torre a due anni e 4 mesi e di Claudio Lavoyer a un anno 10 mesi.
Più nel dettaglio, ai gruppi dell’Uv e della Fa il procuratore capo di Aosta, Marilinda Mineccia, contesta l’impiego illecito di fondi rispettivamente per 428.700 euro (13.000 di peculato e 415.700 di finanziamento illecito) e 133.000 euro (93.800 di peculato e 39.200 di finanziamento illecito, oltre a 23.700 euro di indebita percezione di contributi pubblici).
Tre arringhe difensive, quelle di questa mattina a cura degli avvocati Claudio Soro, Gianni Maria Saracco e Corinne Margueret, che pur non avendo toccato i livelli di tensione di lunedì, quando tra il professor Enrico Grosso di Torino – difensore del pidiellino Massimo Lattanzi – e il procuratore Mineccia si arrivò allo scontro diretto, hanno comunque riservato alcuni passaggi piuttosto accesi.
Una volta uscito dall’aula dopo il suo intervento, durato poco meno di un’ora e mezza, l’avvocato Soro – che ha trattato sia le spese contestate all’Union che quelle alla Fédération – ha commentato: «Pensiamo di aver chiarito tutto quello che c’era da chiarire, anche alla luce dell’illogicità manifesta delle accuse, considerato che la Procura non riconosce nessuna spesa come lecita, contestandocele tutte come peculato per il solo fatto che queste non sono state supportate da pezze giustificative, il cui obbligo di produzione non era però assolutamente prescritto nella legge regionale in vigore all’epoca», precisa in riferimento alla Fédération Autonomiste (dove «c’erano dei prelievi in contanti e delle spese in contanti, si faceva così perché ovviamente si risparmiava qualcosa»).
Per quanto riguarda il peculato contestato all’ex capogruppo del Leone rampante, Diego Empereur, l’avvocato Soro ha aggiunto: «Il peculato di Empereur è clamorosamente inesistente perché i donativi di fine anno di modico valore venivano inviati al personale e a elettori di riguardo col bigliettino del gruppo consiliare», quindi «costituiscono una tipica, tradizionale spesa di rappresentanza. A nostro avviso, poi, c’è stata un’inversione dell’onere della prova, in quanto non si può venire a chiedere nel 2014 una spesa del 2009 quando non c’era alcun obbligo di conservazione» delle pezze giustificative.
Per quanto attiene al presunto finanziamento illecito al partito, secondo l’accusa ‘mascherato’ attraverso i fondi stanziati in favore del settimanale ‘Le Peuple Valdôtain’, «abbiamo dimostrato (anche attraverso un’apposita perizia tecnica di parte, ndr) la presenza sostanziale del gruppo nel giornale e non quella formale, riservata ai peones, ai consiglieri semplici, che avevano solo lì (nella pagina formalmente dedicata, ndr) la loro visibilità, mentre gli altri (presidente della Giunta e assessori, ndr) avevano ampia visibilità anche sulle altre pagine» de ‘Le Peuple Valdôtain’.
Sulle posizioni dell’ex presidente del Mouvement, Ego Perron, e dell’ex tesoriere Osvaldo Chabod, accusati insieme a Diego Empereur e Guido Grimod di finanziamento illecito al partito in concorso, l’avvocato Corinne Margueret ha sottolineato che i suoi due assistiti all’epoca dei fatti «non erano consiglieri regionali e non hanno materialmente effettuato nessun bonifico, nessun versamento con i soldi del gruppo consiliare».
Lunedì 23 tocca alle arringhe difensive del gruppo del Pd, che vede complessivamente nove imputati (Davide Avati, Raimondo Donzel, Carmela Fontana, Erika Guichardaz, Ruggero Millet, Gianni Rigo, Giuseppe Rollandin, Giovanni Sandri ed Emilio Zambon).
Nella foto l’avvocato Claudio Soro a colloquio questa mattina con Leonardo La Torre ed Ego Perron.
(pa.ba.)