Teatro, Otello tra Shakespeare e Verdi in salsa discomusic
Definire gli Oblivion è un compito assai arduo. Non sono una semplice compagnia teatrale, ma oltre alle incredibili ugole dei cinque componenti si ritrovano la gestualità dei grandi attori e la comicità esplicita dei cabarettisti di lungo corso.
Tutto questo è Oblivion e il pubblico di ieri, martedi 5 maggio, al teatro Splendor lo sa bene. La h dell’Othello shakespeariano diventa muta in un gioco che vede l’autore britannico fondersi con il nostrano Giuseppe Verdi in un mélange curioso ma efficace.
I due dipinti più famosi di Verdi e Skapespeare troneggiano sulla scena, come a ricordare al pubblico che, nonostante la compagnia sia pronta a stravolgere le opere dei due maestri, il loro spettacolo parte proprio da loro. Otello, (o Othello secondo Shakespeare), non è più solo un impavido moro al servizio della flotta veneziana pronta a sconfiggere gli ottomani a Cipro, ma in salsa Oblivion è il paradosso di un uomo di colore che diventa l’eroe del Veneto, proprio nel momento in cui questa regione sembra essere il feudo della Lega Nord.
I rimandi al mondo contemporaneo sono frequenti e sempre esilaranti, come Emilia, la moglie di Iago, che, su suggerimento di Cassio, ripete la sua entrata in scena sulle note di “Forza Italia” oppure il siparietto in stile Sandra e Raimondo che ha luogo fra Iago e Emilia nel loro letto, proprio mentre l’alfiere di Otello ha ottenuto il fazzoletto di Desdemona, che scatenerà la furia del moro.
I famosi monologhi diventano il pretesto per essere riproposti imitando Ligabue, Vasco Rossi e si capisce quanto sia lungo il percorso che porta i cinque artisti a creare uno spettacolo in cui si ritrova tutto: parodia, canto, ballo e recitazione, senza tralasciare la mimica, parte non trascurabile dello spettacolo “Otello (la h è muta)”. A questo si aggiunge lo studio del classico che gli Oblivion devono parodiare, parte fondamentale perché l’opera riesca nel migliore dei modi, perché nonostante sia una parodia, dev’essere fedele e all’altezza.
Nella magia targata Oblivion l’assalto della flotta veneziana alle navi turche diventa una telecronaca di Galeazzi e l’ouverture dell’Otello di Verdi si trasforma nell’inno della Champions League, tutto lascia lo spettatore a bocca aperta e incredulo di fronte a tanta genialità. Il consueto, e forse anche desueto, rispetto per le scene più tragiche scompare, Desdemona sul letto di morte chiede al suo amato di rifare il monologo alla Vasco Rossi e poco prima di esalare l’ultimo respiro canta a Otello un “Geloso al cioccolato” chiaramente sulle note di Pupo.
La compagnia teatrale riesce cosi nella sua impresa: togliere un po’ di polvere dai classici spesso infarciti di retorica vuota e noiosa per restituirli al pubblico in uno splendore molto particolare.
In replica questa sera alle 21 al Teatro Splendor. Ingresso 20 euro per la platea (16 ridotto), 15 per la galleria (12 ridotto)
(alessandra borre)