Elezioni Aosta: candidati UVP all’attacco dei vertici
Una batosta pesante, che parla di 1104 voti e un 7.40% di preferenze. Lascia i primi strascichi il risultato dell’Union Valdôtaine Progressiste alle elezioni amministrative di Aosta che hanno incoronato Fulvio Centoz e Antonella Marcoz. E’ il candidato sindaco UVP, Etiene Andrione, a guidare una “rivolta” concretizzata in una lettera nella quale i firmatari «concordano sul risultato globalmente deludente delle recenti elezioni. Senza farne un dramma, constatano che i voti ricevuti sono nettamente inferiori a quanto non solo sperato, ma previsto in un contesto in cui lUVP affrontava per la prima volta la piazza elettorale aostana, dallaltissimo valore simbolico (era daltronde la sola nella quale lUVP fosse appunto presente con il suo simbolo), in quanto tale». I candidati aostani vanno oltre e individuano le cause che avrebbero portato alla débacle. In materia di lista, viene rilevata una «mancanza di tempo sufficiente a formare il gruppo e a iniziare una vera pre-campagna, uninsufficiente comunicazione di un programma che, per quanto stimolante, doveva essere spiegato in modo molto più dettagliato, una mancata analisi puntuale delle divisioni etnico-culturali dellelettorato aostano e unorganizzazione poco chiara, in quanto a compiti e responsabilità, il che ha provocato, a dispetto dellimpegno, malintesi e una certa confusione». Insomma, un J’accuse in piena regola, che si allarga ulteriormente, chiamando in causa il direttivo di UVP, accusato di «atteggiamento ambiguo nei suoi rapporti con il principale partito avverso, lUV, con cui si guerreggia in consiglio regionale e si cercano invece fino allultimo minuto accordi per il Comune di Aosta, fatto ampiamente sfruttato dagli avversari, destabilizzante per i candidati e forse preclusivo di altre alleanze». Ma non solo, perché la direzione è attaccata anche per la «scarsa presenza degli eletti in Consiglio regionale sul territorio aostano durante la campagna e nellultima settimana, al punto da evocare sospetti di possibili accordi, tra il gatto e la volpe rispetto al Comune stesso. Ci sono stati problemi di visibilità, che hanno dato la sensazione, senzaltro falsa, che lUVP non tenesse particolarmente a unaffermazione forte nella città». La cosa ritenuta ancora più grave è «la perdurante assenza di una linea strategica e politica chiara, nonché di un programma di lungo respiro, nei quali identificarsi e far confluire energie e consensi: il risultato aostano ne è solo un primo e inquietante rivelatore».
Il documento si conclude con la massima disponibilità offerta ai “quadri” per iniziare «un lavoro di lungo periodo», con la soluzione in salsa aostana che, però, dovrà passare per una «revisione interna a tutta lUVP della sua visione politica e della strategia per realizzarla».
(al.bi.)