Costi della politica: depositato stamane il ricorso della Procura avverso le prime 24 assoluzioni
E’ stato depositato questa mattina presso la cancelleria penale del Tribunale di Aosta, per poi essere trasferito per competenza alla Corte d’Appello di Torino, il ricorso formulato dal procuratore capo di Aosta, Marilinda Mineccia, avverso la sentenza di assoluzione pronunciata il 30 marzo scorso dal gup del Tribunale di Aosta, Maurizio D’Abrusco, nell’ambito del primo processo con rito abbreviato legato all’inchiesta sulle presunte «spese pazze» dei gruppi consiliari di Alpe, Fédération Autonomiste, Pd, Pdl e Union Valdôtaine nella XIII legislatura, dal 2009 al 2012, per l’equivalente di 1,2 milioni di euro.
La sentenza del gup assolse a vario titolo «perché il fatto non sussiste» o «perché il fatto non costituisce reato» tutti e 24 gli imputati, tra attuali ed ex consiglieri regionali e funzionari di partito per i quali la Procura aveva chiesto la condanna a vario titolo per peculato, finanziamento illecito dei partiti e indebita percezione di contributi pubblici.
Secondo quanto anticipato dal procuratore capo Mineccia, le 66 pagine di cui è composto il ricorso confermano «sostanzialmente» l’impianto accusatorio di primo grado, motivo per cui l’impugnazione è stata presentata avverso tutte e 24 le assoluzioni, sia per quelle «perché il fatto non sussiste» sia per quelle «perché il fatto non costituisce reato», se è vero che in queste ultime il giudice «ha rilevato che obiettivamente esisteva il reato, ma ha poi detto che non c’era l’elemento soggettivo», ha commentato il procuratore di Aosta.
In un simile contesto, si rimane tuttora in attesa delle motivazioni della sentenza pronunciata dal gup del Tribunale di Aosta, Giuseppe Colazingari, relativa al secondo processo con rito abbreviato legato all’inchiesta, quello che il 28 aprile scorso ha visto assolti gli ultimi tre imputati, gli esponenti di Stella Alpina Marco Viérin, André Lanièce e Dario Comé accusati di concorso in peculato.
(pa.ba.)