Troppo poco vino in cantina, salta Cantine Aperte 2025
Uno scatto dall'edizione 2024 di Cantine Aperte
ATTUALITA'
di Cinzia Timpano  
il 14/05/2025

Troppo poco vino in cantina, salta Cantine Aperte 2025

La vendemmia dello scorso anno ha compromesso le quantità; forse un evento durante l'estate

Troppo poco vino in cantina, salta Cantine Aperte 2025.

Non ci saranno le cantine valdostane tra le circa 600 che in Italia, domenica 25 maggio, aderiscono a Cantine Aperte, la storica manifestazione del Movimento Turismo del Vino che si tiene l’ultima domenica di maggio, dedicata ai winelovers e organizzata per scoprire e apprezzare la produzione di vino laddove esso nasce e viene curato.

Quantità molto ridotte disponibili

«L’edizione 2025 è sospesa perchè le aziende hanno quantitativi molto ridotti di vino a disposizione – spiega Stefano Celi, referente valdostano del Movimento Turismo del Vino.

Le difficoltà climatiche dello scorso anno hanno risparmiato la qualità delle uve, ma la raccolta ha fatto segnare un calo significativo e non ha senso aprire le cantine non avendo di che offrire. Rifletteremo nelle prossime settimane sull’opportunità di organizzare un evento la prossima estate».

Troppa pioggia nella primavera 2024

L’annata 2024 era stata caratterizzata da un’intensa fase piovosa post fioritura che si era protratta fino a inizio luglio.

I viticoltori avevano lavorato duramente nelle vigne per evitare il proliferare di patogeni, la peronospora su tutte, che in quelle condizioni trovano terreno ideale per svilupparsi.

Il calo di uve aveva interessato particolarmente le uve a bacca nera mentre le uve a bacca bianca avevano mostrato un’ottima resistenza con cali meno significativi.

Due milioni di bottiglie ogni anno

La Valle d’Aosta ha una superficie vitata di circa 500 ettari, 400 dei quali coltivati con una produzione annua di circa due milioni di bottiglie a Denominazione di origine controllata, frutto del lavoro di una cinquantina di aziende, 6 cantine cooperative, ai quali si sommano altre cantine private e l’Institut Agricole Régional.

Produzioni micro a fronte di una qualità eccellente. La produzione è limitata e le vendite, per il 65% rimangono in casa; il restante viene venduto principalmente in Italia e solo una piccolissima parte prende la strada dell’estero.

(c.t.)

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