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Inchiesta Declino: attesa alle 13 sentenza su Davide Perrin

Inchiesta Declino: attesa alle 13 sentenza su Davide Perrin

Coinvolto in reati di natura elettorale alla vigilia delle elezioni regionali 2013, l'accusa ne ha chiesto l'assoluzione perché le intercettazioni telefoniche sono state dichiarate inutilizzabili ai fini del suo giudizio e di quello di suo cugino Fulvio

E’ attesa per le 13 la lettura della sentenza del gup del Tribunale di Aosta, Giuseppe Colazingari, nell’ambito dell’inchiesta Declino dei carabinieri di St-Vincent Châtillon.
Da quanto emerso nell’udienza del 13 gennaio scorso, l’accusa ha chiesto l’assoluzione sia per Davide Perrin che per suo cugino Fulvio, imputati nel processo con rito abbreviato di reati di natura elettorale. Sulla decisione del sostituto procuratore Pasquale Longarini ha pesato l’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche disposta dal giudice, tenuto conto che queste erano state autorizzate dal gip nell’ambito di un altro fascicolo relativo a una presunta tentata estorsione intercorsa tra due gruppi criminali rivali per l’acquisizione con la forza delle quote della società di gestione del night ‘Petra Club’ di via della Stazione a Châtillon, indagine in ordine alla quale risultano coinvolti dieci personaggi.

Le accuse
Più nel dettaglio, così come formulato nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, si va dalla tentata estorsione in concorso (Cosimo Lippo, Salvatore Filice, Salvatore Sbarra, Leonardo Tocci e Bardh e Blerim Prendi) alle minacce aggravate, lesioni personali e violenza privata (Cosimo Lippo, Giovanni Cusimano, Francesco Caffio e Cosimo Magrì), dalle lesioni personali aggravate e violenza privata (Bardh e Blerim Prendi) al concorso in cessione di sostanze stupefacenti (Cosimo Lippo e Giovanni Cusimano), dal favoreggiamento della prostituzione (Salvatore Filice) al favoreggiamento personale (Gerardo Iannone).

Le richieste dell’accusa
Per i cugini Davide e Fulvio Perrin, nell’udienza del 13 gennaio scorso il sostituto procuratore Pasquale Longarini ha chiesto l’assoluzione «perché il fatto non sussiste», mentre nei confronti di Leonardo Tocci l’assoluzione è stata chiesta «per non avere commesso il fatto».
Per Salvatore Sbarra, invece, è stata chiesta la condanna a 2 anni e 6 mesi di carcere e 1.200 euro di multa, per Blerim Prendi a 2 anni e 8 mesi e 1.400 euro di multa e per Gerardo Iannone a 6 mesi di reclusione.
Sospeso il processo nei confronti di Barth Prendi perché irreperibile, per Cosimo Lippo, Salvatore Filice, Giovanni Cusimano, Francesco Caffio e Cosimo Magrì, che hanno scelto di non essere giudicati col rito abbreviato davanti al gup, l’accusa ha chiesto il rinvio a giudizio, anche se per Lippo è stata avanzata nel contempo richiesta di non luogo a procedere relativamente all’accusa di reati di natura elettorale in concorso con i cugini Davide e Fulvio Perrin.
(pa.ba.)

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