Bankitalia: in Valle crisi meno grave
Segnali in chiaroscuro, con un’economia trainata dal turismo e dal settore dei servizi, industria, agricoltura e soprattutto construzioni in grande sofferenza, ma anche credito dalle banche che torna in qualche modo a sorridere alle famiglie, un po’ meno agli imprenditori. Insomma, c’è un po’ di ottimismo alla presentazione del rapporto annuale “L’economia in Valle d’Aosta”, stilato da Bankitalia. «Alcuni settori indicano ripresa, mentre altri presentano ancora segnali di sofferenza» spiega la neo direttrice della sede di Aosta Angelica Pagliaruolo, prima di passare la palla al responsabile aret per la sede di Torino, Roberto Cullino: «La crisi di questi anni è stata intensa, ma la Valle sembra averne risentito un po’ meno rispetto alla media d’Italia» spiega Cullino, parlando di un’economia particolare, con forte peso della componente pubblica che, in qualche modo, ha permesso di limitare i danni. «Il fatturato delle imprese di servizi è cresciuto – continua -, mentre i consumi sono in graduale aumento. La stagione turistica 2015, in questo senso, è andata molto bene grazie al ritorno della componente italiana, confermata nel primo trimestre 2016».Disastro CostruzioniIl tallone d’achille è sempre il settore delle costruzioni, che pur avendo «qualche indicatore che suggerisce un’attenuazione del calo – continua Cullino -, vede ancora una perdita del valore di produzione, una diminuzione di occupati e ore lavorate, ma anche un peggioramento dei tempi per il pagamento». A questo fa seguito anche il dato negativo relativo al mercato immobiliare, «dove compravendite e prezzi registrano una flessione».ImpresaSe la passa un pochino meglio l’impresa, per la quale però «la ripresa non è ancora arrivata – spiega Roberto Cullino -, visto che il fatturato complessivo della manifattura valdostana mantiene il segno meno. Ci sono realtà positive, ma anche parecchie in profonda difficoltà, mente dal lato invesimenti la situazione è negativa in tutto il contesto. Qualcosa dovrebbe cambiare per il 2016, soprattutto se ci sarà una conferma della ripresa del mercato interno, vista la scarsa propensione all’estero delle aziende valdostane».Le conclusioniSe il mercato del lavoro conferma, grosso modo, i dati cui ci sta abituando in questi anni, con un 8.9% di disoccupazione, “salvata” da servizi e turismo, che riescono a compensare il crollo del settore delle costruzioni, nel 2015 si assiste a una riconversione dei contratti di lavoro nella direzione dei tempi indeterminati, dettati soprattutto dai provvedimenti governativi presi.Insomma, dopo quasi dieci anni di crisi, ne emerge una Valle d’Aosta che «rispetto alle altre Regioni ha patito meno il contraccolpo, grazie al settore pubblico e alle buone dinamiche del settore commerciale – conclude Cullino -. Industria e agricoltura, come anche le costruzioni, hanno dinamiche peggiori, addirittura, rispetto a quelle italiane, ma la Valle può contare su una situazione favorevole a livello di inclusione sociale, partecipazione al mercato del lavoro e tutela ambientale, dove risulta tra le più virtuose insieme al Trentino».La situazione del creditoI dati aggregati in materia di credito sono invece toccati al responsabile aret di Bankitalia Milano Massimiliano Rigon, che parla di un 2015 in cui «il credito erogato dalle banche si è ulteriormente ridotto, calando del -2.3% dopo un primo periodo di recupero – analizza -. Dato che peggiora se si parla di imprese, -4.5%, con il credito famigliare registrato in accelerazione sia nel 2015 (+2%) che nel primo trimestre 2016 (+2.9% a marzo)».MutuiRigon parla di un segno più in materia di mutui erogati, che raggiungono gli 86 milioni di euro, il 46% dei quali è a tasso fisso. «Questo, però, è dovuto in particolar modo all’emergere del fenomeno delle surroghe e delle sostituzioni (17% dei mutui sostituiti), visto il progressivo abbassamento dei tassi d’interesse». Alla luce di questo, il «40% delle famiglie è indebitata – continua Rigon -, con una media più alta rispetto all’Italia, ma con un positivo rapporto tra debito e reddito». Le famiglie vulnerabili si assestano intorno all’1%, mentre la qualità del credito rimane sostanzialmente invariata, visto l’aumento delle sofferenze, ma la contemporanea caduta delle categorie di debiti deteriorati. Il dato peggiora se si parla di imprese: «Il credito si è ridotto per tutti i settori – conclude Massmiliano Rigon -, con solo le aziende turistiche a respirare. Un segnale interessante in tal senso emerge dalle riduzione degli sportelli bancari, un fenomeno che avviene da tempo in Italia, ma che in Valle risale al 2013».
(alessandro bianchet)