Furti in stazioni sciistiche, sgominata banda di albanesi
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, alcuni membri della banda si sarebbero resi responsabili – tra gli altri – del maxi furto della cassaforte alla Monterosaski, perpetrato nella notte tra il 27 e il 28 agosto di un anno fa da quattro persone. Portata via dagli uffici di Ayas attraverso un pick-up della società (foto), rubato dal parco mezzi presente poco più a monte in località Frachey, la cassaforte – svuotata dei 60 mila euro che conteneva all’interno – fu rinvenuta qualche giorno dopo aperta e abbandonata nelle acque del torrente Evançon, a Extrepieraz di Brusson, mentre il pick-up fu rinvenuto a Montjovet, sotto il cavalcavia dell’autostrada.Stiamo parlando della banda di albanesi sgominata – nell’ambito dell’operazione ‘Alba Bianca’ – all’alba di questa mattina dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo, che ha fatto scattare le manette ai polsi di Elson Ndokaj (classe 1985), Evgjen Spahiu (1981), Naim Cera (1982), Aronis Xaka (1989), Fatos Gjokola (1979), Taulant Qoshja (1986), Santil Xaka (1983), Silvester Xaka (1991), Miran Milla (1990), Erdet Zhivaraj (1988), Lulzim Jangozi (1988), Antonio Kalaj (1985), Kristian Kalaj (1997) e Ndue Lleshi (1994), gran parte dei quali domiciliati a Torino e provincia, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine, detenzione illegale di armi e reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.Più nel dettaglio, il nome dell’operazione «deriva dal fatto che la banda, dopo aver eseguito sopralluoghi e attente verifiche preliminari nei pressi degli obiettivi da colpire, passava all’azione alle prime luce dell’alba», in particolare per rubare gli incassi degli impianti di risalita di note stazioni sciistiche, tra le quali figurerebbero – secondo i militari dell’Arma dei carabinieri – anche quelle di Pila, Monterosasky e Gressoney, solo per citarne tre, non disdegnando però nemmeno i furti in abitazione, che sarebbero stati perpetrati anche a St-Vincent, Châtillon, Cogne e Brusson.A proposito di Pila. Con modalità analoghe al maxi furto della cassaforte alla Monterosaski, il 5 settembre 2015 fu rubata dagli uffici della Pila Spa – quelli presenti alla stazione di arrivo dell’ovovia con partenza da Aosta – un’altra cassaforte con dentro 10 mila euro, anche in questo caso trasportata a valle grazie a un pick-up – poi abbandonato – di proprietà della società di gestione degli impianti di risalita.Secondo gli inquirenti, «fingendosi sciatori, quantificavano il volume d’affari dei gestori della stazione sciistica da colpire; poi, di notte, passavano all’azione introducendosi all’interno e tagliando la cassaforte per poi fuggire con l’incasso».Nel corso delle perquisizioni, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato refurtiva come nove auto di grossa cilindrata per un valore di oltre 260 mila euro, nove orologi di noti marchi internazionali, vari preziosi e monili in oro per un valore di 20 mila euro, computer, satellitari, I-Phone e altre apparecchiature elettroniche per 10 mila euro e un fucile da caccia.Da quanto appreso, oltre ai 14 albanesi arrestati, all’appello mancano ancora tre loro connazionali al momento irreperibili.(pa.ba.)