Casinò: ribadita la volontà di privatizzare
«La privatizzazione non è un tabu. Siamo Aperti a ogni riflessione, ribadendo che per noi la proprietà deve essere mantenuta pubblica ma non precludendo di guardare ad altre strade. Pur riconoscendo a questa dirigenza la timida inversione di tendenza riteniamo che ci sia bisogno di una ripartenza forte e la dirigenza ha il compito di esplorare tutte le possibilità». Lo ha sottolineato in Consiglio Valle l’assessore regionale alle Finanze Ego Perron, illustrando il bilancio del Casinò di Saint-Vincent ha chiuso l’esercizio 2015 con un passivo di 18,5 euro a fronte di un fatturato complessivo di 69,2 milioni di euro (66 mln nel 2014).Intervenendo nel dibattito generale il capogruppo di Alpe Albert Chatrian ricorda i 100 milioni di euro pubblici investiti per il rilancio della casa da gioco di Saint-Vincent e guarda avanti: «I primi risultati del 2016 dicono che l’80% della riduzione dei costi è dovuto ai nuovi contratti per il personale. La gestione è tutta in difesa e poco ha di rilancio. La perdita di esercizio nel 2016, calcolabile attorno ai 14 milioni di euro, fa suonare un campanello di allarme. Il privato? Chi in questo momento si può prendere il Casinò? Mi sembra una mela avvelenata. Della privatizzazione, che non è cosa immediata, se ne parlerà dopo le regionali del 2018. Intanto l’agonia continua. Servono azioni potentissime prima».Così il capogruppo di Stella Alpina Pierluigi Marquis: «l’inversione non lascia presagire tempi migliori. Il calo di presenze – meno ventimila – deve fare riflettere. Bisogna guardare con un occhio nuovo al futuro. Tutte le possibilità vanno esplorate ma urgentemente. Non siamo riusciti a intravvedere un margine di crescita che possa garantire un benessere alla comunità valdostana».(danila chenal)