Corte dei Conti: a giudizio «progetto fallito» dell’Azienda USL
Duro scontro tra accusa e difese, pur attraverso requisitoria e arringhe dai toni sempre composti, quello avvenuto questa mattina davanti al collegio della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Valle d’Aosta, nel giudizio per danno erariale che ha visto citati Paolo Canzi, ex direttore della Struttura Complessa di Otorinolaringoiatria, odonstomatologia e chirurgia maxillo-facciale, Clemente Ponzetti e Pierluigi Berti, ex direttori sanitari dell’Azienda Usl VdA, Valter Pietroni, ex direttore amministrativo, e la dipendente Maria Vittoria Dannaz.Più nel dettaglio, la magistratura contabile ha contestato stamane in udienza due poste di danno ai «convenuti»: la prima, pari a 553 mila euro, dei quali 387 mila contestati a Canzi e 83 mila a testa a Ponzetti e Berti, per spese ritenute estranee al progetto per il quale erano stati stanziati 1.775.000 euro dalla Giunta regionale; la seconda, pari a 150 mila euro, dei quali i due terzi contestati ancora a Canzi e la restante quota a Pietroni e Dannaz, legata all’acquisto di un ambulatorio medico mobile dalla «limitata utilità» mediante una «illegittima scelta del fornitore».
«Fondi distratti dal progetto per cui erano vincolati»Relativamente alla prima posta di danno, secondo il procuratore regionale Roberto Rizzi la cifra stanziata per il progetto utile alla promozione sul territorio di buone pratiche in campo odontoiatrico, «non era un calderone finanziario, bensì era vincolata al progetto speciale. La vincolatività della cifra è ineliminabile, questo è un dettaglio decisivo», ha spiegato, replicando di fatto ai difensori di Paolo Canzi e Pierluigi Berti, gli avvocati Massimiliano Sciulli e Jacques Fosson, che in riferimento all’utilizzo dei fondi per l’assunzione con contratto a progetto di una dottoressa e per l’acquisto di attrezzature specialistiche installate poi in reparto, avevano sostenuto: «Il primario Paolo Canzi avanzò le richieste che riteneva necessarie a chi di dovere, dopodiché non fu certamente lui a decidere che i soldi» per l’assunzione e le attrezzature «dovessero essere prelevate da quel capitolo di spesa» dedicato al progetto sperimentale.In un simile contesto, praticamente tutte le difese hanno espresso stupore e in un caso anche «sconcerto» per la mancata citazione a giudizio anche dell’allora direttore generale dell’Azienda Usl VdA, Carla Stefania Riccardi, con il procuratore regionale che a riguardo ha rimandato a quanto già ribadito in sede istruttoria.L’ambulatorio medico mobile fermo in officinaRelativamente alla seconda posta di danno, quella legata alla fornitura del camper per prevenire i tumori del cavo orale negli anziani delle microcomunità e per l’educazione alla prevenzione e all’igiene dentaria nei bambini delle scuole, a lungo rimasto in officina a causa di problematiche tecniche come infiltrazioni d’acqua, scaletta difettosa per fare salire i pazienti e riscaldamento guasto, l’accusa ha sottolineato come il compito dell’ambulatorio medico mobile fu nel frattempo svolto allo stesso modo attraverso l’utilizzo «di una semplice Fiat Punto aziendale con due medici a bordo con le loro valigette».In questo caso è stata contestata, oltre alla «limitata utilità tratta dall’Usl dall’utilizzo del mezzo», «l’illegittima scelta del fornitore», la Bollanti Veicoli Sanitari di Latina, visto che secondo il procuratore Rizzi «da progetto si trattava di un ambulatorio mobile con dotazioni standard, quindi non c’era solo una ditta in grado di provvedervi».Da qui la contestazione della mancata attivazione di una qualche gara d’appalto, argomento in riferimento al quale il legale di Valter Pietroni, l’avvocato Fabrizio Callà, ha precisato: «Non c’è stato alcun danno alla concorrenza, la fornitura non era né di un’autoambulanza né di un camper al solo uso odontoiatrico, bensì anche a uso otorinolaringoiatrico, quindi promiscuo».«Esigenze sartoriali non coerenti al progetto, un progetto fallito», ha tuonato il procuratore regionale Roberto Rizzi, che ha aggiunto: «A fronte di uno stanziamento così importante, nel novembre 2008 venne redatto un progetto esecutivo di una paginetta, perché è di questo che stiamo parlando».Dal canto suo, l’avvocato Fosson – nel ribadire che le problematiche tecniche patite dal camper «non possono essere addossate al dottor Canzi, che è un medico chirurgo e non un ingegnere» – ha invece replicato: «Il progetto è stato molto utile, visto che ha prodotto una crescita esponenziale degli interventi ambulatoriali e forse è proprio questo il problema, perché più estrazioni vengono fatte fuori, meno ne vengono fatte in ospedale».La sentenza del collegio è attesa nelle prossime settimane.Nella foto gli avvocati difensori questa mattina in udienza in Corte dei Conti ad Aosta.(pa.ba.)