Caso Vietti: Bertin all’attacco della maggioranza regionale
Il caso di Paolo Vietti (ex direttore amministrativo della Sitrasb, società che gestisce il Traforo del Gran San Bernardo, che si visto riconoscere l’indennità di mancato preavviso dal giudice Eugenio Gramola dopo il licenziamento decretato per aver effettuato un’assunzione all’insaputa del presidente Omar Vittone) è approdato questa mattina in Consiglio regionale in un ordine del giorno a risposta immediata del gruppo Alpe.
I dubbi di Bertin
Alberto Bertin (foto), che non ha mai risparmiato stoccate sui metodi del numero uno della Sitrasb, ho tuonato: «Il caso di licenziamento dell’ex direttore amministrativo avvenuta per un’assunzione, sulla quale non entro nel merito, potrebbe comportare un danno patrimoniale che purtroppo potrebbe ricadere anche sulle tasche dei cittadini per una decisione che vorrei sapere da chi è stata presa. Il giudice ha stabilito che non sussisteva la giusta causa e ha condannato la Sitrasb per questo licenziamento illegittimo e improvvido: di quanti soldi si tratta?».
La replica di Rollandin
A rispondere è stato il presidente della Regione, Augusto Rollandin: «Il giudice ha riconosciuto il giustificato motivo, ma non la giusta causa del licenziamento, e ha disposto il pagamento di circa 118 mila 300 euro a titolo di indennità di mancato preavviso, circa 8 mila 800 euro a titolo di incidenza sul TFR, circa 12 mila 800 euro di spese processuali più 15% per spese generali, IVA e cassa. Sono state rigettate tutte le altre richieste di Vietti (in primis il reintegro nel posto di lavoro, ndr). La decisione del licenziamento è stata presa dal presidente della società (Omar Vittone, ndr) su delega del consiglio di amministrazione».
La controreplica di Bertin
Bertin non è parso soddisfatto dalla risposta del presidente della Giunta. «La vicenda resta poco chiara – ha concluso l’esponente di Alpe-; lo stesso consiglio di amministrazione della Sitrasb si era diviso su questo licenziamento e due consiglieri non erano d’accordo. Si tratta di un danno patrimoniale consistente, derivante da una decisione quantomeno improvvida e giudicata sbagliata dal tribunale. Non vorrei che alla fine questi errori li pagassero i cittadini».
(teresa marchese)