Charlie Hebdo: lettera dal Comune di Aosta per stigmatizzare vignette
Un’ora di discussione, una conferenza capigruppo, poi alla fine la votazione di un ordine del giorno (con l’asntesione di Giampaolo Fedi e Luca Girasole e il no di Carola Carpinello, Loris Sartore e Giuliana Lamastra). Tutto questo per decidere di inviare alla redazione di Charlie Hebdo, il noto settimanale satirico francese, ormai sempre più spesso alla ribalta delle cronache, una lettera per stigmatizzare le vignette – giudicate un «vergognoso atto di vilipendio» dalla Lega – riguardanti in prima battuta il terremoto che ha colpito il centro Italia e, in seguito, la tragedia dell’Hotel Rigopiano.
La mozione
La questione è tornata ancora una volta alla luce per mano di una mozione della Lega Nord, che in compagnia di Etienne Andrione, richiedeva appunto la rimozione della matita di piazza Narbonne (quella con su scritto “Je suis Charlie” per intenderci – in foto -) a seguito proprio della pubblicazione della vignetta riguardante la strage dell’hotel pescarese, e dopo aver già presentato una mozione simile nel consiglio comunale di settembre.
La lettera, redatta dal consigliere Etienne Andrione e richiesta dal presidente del consiglio, Michele Monteleone, per evitare un dibattito che poi di fatto si è tenuto ugualmente, stigmatizza sostanzialmente «delle vignette che vanno a colpire vittime e persone deboli, che normalmente non dovrebbero essere toccate dalla satira».
Il dibattito
«Ci chiedete perché ci intestardiamo tanto? – dice la capogruppo del Carroccio Nicoletta Spelgatti -: lo facciamo perché sono gli ideali che fanno muovere il mondo e noi combattiamo per la nostra gente. Immaginiamo persone che hanno subito vittime nel terremoto vedere questo simbolo che identifica la città con Charlie Hebdo. Ora aspetteremo la risposta, poi eventualmente ripresenteremo altre iniziative». Mentre per Andrione la missiva è «la dimostrazione che non tutto il mondo è sulla stessa lunghezza d’onda in materia di buona educazione», per Carola Carpinello (Altra VdA) «la lettera non ha senso, perché è vero che le vignette non mi sono piaciute, ma non hanno niente che non vanno: fanno satira contro un paese in cui si muore per le modalità di costruzione di case ed edifici». Gianpaolo Fedi (Alpe) prevede «che ci faranno una bella vignetta omaggio in risposta», mentre Luca Lotto (M5S) ribadisce come il problema sia «la satira sulle famiglie e sulle persone colpite da dolore».
Non si muove di un centimetro dalla sua posizione il sindaco Fulvio Centoz: «Mi sento a mio agio nel poter criticare o elogiare la satira, ma non toglierò mai, e dico mai, quel simbolo». Simbolo che invece Vincenzo Caminiti (UV) porterebbe direttamente a Parigi «tanto un buco dove metterlo lo trovano».
(al.bi.)