Consiglio Valle: La Torre, alle urne per dignità
Concluso in Consiglio Valle il dibattito sulla presa d’atto delle dimissioni di sette assessori della Giunta Rollandin. «Riprendiamoci un briciolo di dignità con i cittadini» ha chiesto Leonardo La Torre, invocando una soluzione immediata o il voto anticipato.
Alpe, o voto o sfiducia
«Se c’è un barlume di speranza sono due le strade da seguire: elezioni subito, modificando le regole del gioco, o la presentazione di una mozione di sfiducia costruttiva. I valdostani non capiscono più nulla di quanto sta accadendo in questo Consiglio. C’è un’incapacità a governare a 26 e bisogna capire dove andare» ha chiesto Albert Chatrian.
PnV, scelta irresponsabile
Così il capogruppo Claudio Restano: «Oggi si è aperta una crisi che non volevamo fosse declinata in questa maniera. Avevamo chiesto una verifica invece senza un reale confronto sono arrivate le dimissioni. Una scelta da irresponsabili. E’ una situazione che abbiamo già visto due anni fa. E’ un percorso che non ci porta da nessuna parte. Non c’è più confronto, la democrazia è sotto i piedi».
Stella Alpina, punto di ripartenza
Per il Capogruppo di Stella Alpina Pierluigi Marquis «queste dimissioni sono una decisione responsabile in un momento di difficoltà, che si è manifestato fin dalle discussioni sul bilancio regionale per il 2017. Il 9 gennaio, la Stella Alpina ha deliberato l’avvio della verifica politica: oggi, a inizio marzo, non siamo riusciti a ottenerla malgrado tutte le sollecitazioni avanzate in più momenti. Queste dimissioni sono quindi un punto di partenza per verificare finalmente se si ritrovano le condizioni per riprendere all’interno dell’aula il cammino: un percorso che deve esser però rivisitato nei metodi e nei contenuti».
Mouv, fallimento degli inciuci
Per Elso Gerandin «con queste dimissioni si sancisce il fallimento degli inciuci. Gli elettori avevano scelto ben altre cose. Mancano solo le sue dimissioni Presidente. Quando non c’è politicamente una maggioranza a fare un passo indietro dovrebbe essere il regista. Non abbiamo l’elezione diretta del presidente, a sceglierlo è l’aula: non lo dimentichi Presidente».
Uvp, soluzione subito
«Noi indietro non torniamo» tuona il capogruppo dell’Uvp Luigi Bertschy che prosegue: «qui non c’è tempo di aspettare 60 giorni. Nelle prossime ore ci confrontiamo e vediamo se c’è una soluzione: è urgente procedere. E’ una crisi che ci ha colpito nei metodi. Facciamo una bella autocritica e poi troviamo una soluzione, la politica non può girare intorno a una sola persona. Se non sarà possibile un confronto noi scenderemo dalla giostra».
Pd, interessati solo programma
«Noi in più di un’occasione abbiamo ribadito che non siamo interessati a strategie politiche, ai tentativi di verifiche imposte da qualcuno. Le verifiche vanno fatte se tutti sono d’accordo. A noi interessano i contenuti, il programma che abbiamo sottoscritto senza arrières pensées. In un momento delicatissimo crediamo ci si debba dedicare alla risoluzione dei dossier (da tutti evocati: casinò, agricoltura, cva)».
La Torre, ormai è un teatrino
«Abbiamo aggiunto una pressione a una situazione già avanti. La Giunta non doveva dimettersi ma orma è fatta. Il bilancio conteneva in sé la capacità di tutti di dare un contributo, è stato il bilancio di tutti, strumento dal quale ripartire ma lei, Presidente, non ha mai voluto affrontare la verifica strutturale. I cittadini leggono questo Consiglio come teatrino, non ci capiscono più. Oggi non esiste altra strada che decidere subito. O la si prende o si va a votare» ha argomentato Leonardo La Torre con pacatezza.
Uv, atto responsabile
Così il capogruppo dell’Union valdôtaine Joël Farcoz: «abbiamo sempre dimostrato di lavorare sui programmi con serietà, responsabilità e cercato il dialogo con tutte le forze politiche ma in questo periodo è sempre più difficile portare avanti il programma. Le dimissioni servono alle forze politiche per chiarirsi e dare risposte ai valdostani». (danila chenal)