Bando anziani: sindacati sul piede di guerra con Leone Rosso e Ati
«Tutto questo è un pessimo teatrino, chiediamo il rispetto del ruolo, siamo molto arrabbiati. Valuteremo con i nostri legali eventuali provvedimenti». Partono al contrattacco i sindacati, nella conferenza stampa sul caso bando anziani tenuta da Igor De Belli (Cgil Funzione pubblica), Natale Dodaro (Uil Fpl) e Barbara Abram (Cisl Fp) che ribattono colpo su colpo alle accuse ricevute da Leone Rosso e ATI in merito ai presunti esuberi susseguenti all’assegnazione della gestione dell’appatlo a KCS Caregiver.
«Tutto preordinato»
«Non ci piace essere usati come strumento per lotte politiche – tuona Abram -. Il fatto è che tutta sta situazione sembra una cosa preordinata, con l’accettazione delle ripartizioni davanti a tutti (il riferimento neanche velato è a Leone rosso ndr.) e la presentazione di lettere di licenziamento il giorno successivo. Ricordiamo, poi, che l’articolo 37 parla della tutela dei lavoratori a tempo indeterminato, non di interinali e determinati».
E sulla situazione delle sette maternità conclude: «Dureranno almeno un anno e mezzo e saranno sostituite da sette tempi determinati; da KCS abbiamo strappato la promessa di una prelazione in caso si liberino dei posti».
«Troppe cose dubbie e anomalie»
Igor De Belli non le manda a dire, ricordando come l’opposizione «al taglio lineare e alla solidarietà proposta dalle cooperative uscenti è stato un atto dovuto, visto che erano stati anche rifiutati dall’assemblea di martedì», venendo sostituiti da «l’enucleazione di 14 esuberi, suddivisi tra i vari attori per cui chiederemo il mantenimento della promessa di reimpiego».
De Belli ricorda «una comunicazione del personale legato al bando fatta solamente giovedì da Leone Rossso e ricevuta solo nella mattinata di lunedì da KCS, costringendo a un confronto anche molto aspro che, alla fine, ha però portato a un’intesa». Il sindacalista Fp Cgil parte poi all’attacco di Leone Rosso, elencando una serie di operazioni «dubbie» che vanno dall’inclusione nella lista degli esuberi (nove in totale per Leone rosso, quattro per Ati) di «un’operatrice assunta nel 2010, ma che lavora in viale Europa nel 2003», passando per una «maternità sbucata solamente mercoledì», fino ad arrivare a una figura «inserita nella tabella per 38 ore, ma che in realtà ne lavora 25 nel bando anziani, in quanto è anche coordinatore della casa domotica di Saint-Marcel per Proges e coordinatore del servizio migranti» e a una «povera signora del 1948 in servizio ancora a 70 anni».
De Belli sottolinea «altre anomalie: abbiamo 10-14 dipendenti riqualificati Oss per i quali risulta il passaggio a qualifica superiore nella documentazione fornita a KCS, ma non nel percorso in Leone Rosso. Verificheremo tutte le anomalie con i legali e vedremo come muoverci». E sui fatti gravi legati al nome di KCS in altre regioni: «vorremmo vedere quante cooperative sono senza macchia».
La domanda successiva è sul cancellamento dei superminimi: «La paga rimarrà simile – assicura De Belli -: KCS ha accettato anche l’adesione al fondo Fopadiva».
«Promessa ritrattata»
Non si tira indietro nemmeno Natale Dodaro: «E’ stata una trattativa estenuante, nella quale alla fine KCS ha fatto un passo indietro proponendo di suddividere le ore in esubero (14 full time) tra tutti gli attori – spiega -. Leone Rosso e Ati hanno condiviso, tanto che per sicurezza abbiamo richiamato dentro Michel Luboz (notare che non abbiamo mai visto il presidente Marques, a differenza di quello di KCS) per avere conferma». Ma ci sono state firme? «No, nessuna firma, ma risulta dal verbale reddato da KCS».
Anche Dodaro solleva perplessità: «Nel momento in cui un’azienda ha personale in aspettativa per gravidanza non assume tempi indeterminati per la sostituzione; così facendo, ecco venire fuori il problema dei 7 tempi determinati presi in carico da KCS, per i quali comunque abbiamo strappato un accordo di prelazione. Per non parlare dei tempi indeterminati firmati a marzo 2016».
«Contratti da firmare, ma c’è copertura»
De Belli scioglie poi il dubbio sulla firma dei contratti con KCS: «Stanno firmando in questi giorni e no, non ci sono pericoli, la tutela dei lavoratori è garantita anche nella transizione».
«Lettere di licenziamento il giorno dopo»
De Belli e Dodaro si riservano poi un’ultima stoccata: «Mercoledì mattina (dopo l’accordo della sera precedente ndr.) le lavoratrici di Leone Rosso e Ati hanno ricevuto una chiamata per firmare il licenziamento. E’ assurdo, perché per prima cosa non è stata inviata loro una raccomandata, poi non è un atto dovuto, visto che in continuità le pratiche vengono realizzate dalla cooperativa subentrante, ed eventualmente il licenziamento è firmato dal dipendente solo dopo la firma del nuovo contratto». Il problema, però, «è per quelle 13 persone che dovrebbero essere riassorbite da Leone Rosso e ATI: diciamo loro di non firmare niente». Una postilla è dedicata ancora allo spauracchio Leone Rosso: «Trattandosi per loro di più di 5 dipendenti, se vorranno licenziare dovranno seguire la legge 223: su questo vigileremo, anche perché non capiamo come una cooperativa così grande non riesca a recuperare nemmeno uno di questi lavoratori».
(alessandro bianchet)