Consiglio Valle: quattro ore di ‘schiaffi’, Rosset resta imperturbabile
Non sei un uomo di parola: è la frase scandita in italiano e patois, dai consiglieri dell’Union valdôtaine che hanno sparato a zero, insieme a Epav (torna a parlare di golpe Mauro Baccega) e Pd (ha evocato la spocchia del Presidente Jean-Pierre Guichardaz), sul presidente del Consiglio Andrea Rosset che è rimasto imperturbabile per lunghissime ore durante le quali l’opposizione lo ha messo alla gogna. «E’ venuto meno al suo mantra «il ruolo politico è secondario al ruolo istituzionale». Le riconoscevo coerenza. Mi sbagliavo. Di certo c’è che Lei è stato votato a 27 non lo dimentichi. Si dimetta e si faccia rivotare posto che trovi 18 voti» ha sentenziato David Follien. A difendere Rosset il capogruppo dell’Uvp Alessandro Nogara: «gli attacchi sono uno stimolo per fare meglio, se volete collaborare fatevi avanti. Qui sono solo state applicate le regole per il funzionamento del Consiglio. Noi stiamo cercando di mettere un taccone alle grosse problematiche che abbiamo. Spero che questa maggioranza risicata possa dare risposte ai valdostani».
Rini, sfrontatezza imbarazzante
Ricorda Emily Rini come nel 2013 l’allora minoranza rivendicasse la presidenza del Consiglio e tuona: «noi non rivendichiamo nessun posto apicale non vogliamo spartire nulla con questo misero teatrino della politica, noi chiediamo però , come lo faceste voi, che la figura apicale del Consiglio Valle sia condivisa da tutta l’aula. Lei resta sulla sua poltrona e lo fa con una fierezza e una sfrontatezza che ha dell’imbarazzante. Lei non conosce il significato del termine collegiale». «Ma quale senso di responsabilità può essere quello di disertare un Consiglio. Qual è il garbo istituzionale di un prefetto e presidente (ex ormai) che di fatto ha impedito a noi di subentrare. Penso si debbano risolvere tante situazioni incancrenite» ha commentato Andrea Padovani.
Marguerettaz, non è adeguato
«Non è all’altezza, non è adeguato, non è politicamente preparato. Questo non è il gioco delle parti. La democrazia ha delle ritualità, le elezioni hanno un senso. Il 18 a 17 è un déja vu. Il candidato che ha preso più voti noi dovremmo sacrificarlo sull’altare di chi» ha rincarato Aurelio Marguerettaz. Così il consigliere Augusto Rollandin: «Questa legislatura ha avuto difficoltà fin dal suo inizio. La possibilità di governare 18 a 17 c’era. Non abbiamo mai cambiato il nucleo eletto anche con gli allargamenti. Oggi governa chi ha perso, ecco perché lo chiamiamo golpe». Addita i ‘traditori’, Carlo Norbiato in testa di cui cita non il nome ma la data di nascita e ricorda ad Antonio Fosson come fosse il primo a volergli fare le scarpe. «Abbiamo detto no al vivacchiare Il presidente del Consiglio non è stato terzo, ha utilizzato strumenti senza che avessero fini istituzionali. La legge statutaria non può essere bypassata da pareri. E’ sicuramente una brutta pagina. Uvp e Epav hanno rispettato il mandato elettorale».
Marquis, agire democratico
«Io credo che il presidente del Consiglio dovesse garantire i lavori consiliari. Cosa che ha fatto assumendosi le proprie responsabilità. Questo governo nasce per risolvere una crisi che durava da quattro mesi, è nata per dare sviluppo all’economia. Niente di più sbagliato che portare il confronto sulle personalizzazioni, oggi dobbiamo dare delle risposte e delle soluzioni a tutta la comunità valdostana. Il nostro progetto vuole essere aperto al contributo di tutti. Il collante tra le forze politiche che hanno aderito è quello di dare risposte con un metodo partecipato ai valdostani».(danila chenal)