Maltempo, l’odissea dei passeggeri del treno Ivrea – Aosta
Maltempo. «Abbandonati a noi stessi. Una vera odissea». Sono arrabbiati gli utenti valdostani di Trenitalia che ieri sera, domenica, saliti sul treno a Torino, sono rimasti bloccati a Ivrea fino a mezzanotte «senza informazioni precise, senza assistenza e senza il benché minimo servizio in stazione», tuonano.
Circa un centinaio i passeggeri, tra i quali la rappresentativa valdostana di pallacanestro – ragazzi di 14 anni – di rientro da un torneo in Molise.
Partenza da Torino regolare, poi al cambio di Ivrea l’amara sorpresa. «Il treno delle 20 è stato cancellato, perché ad Aosta nevicava troppo – racconta Valter Malesan, aostano che stava facendo rientro a casa insieme alla moglie -. In stazione nessuno a comunicarci qualcosa di ufficiale, ma solo il povero capotreno, con il telefono in mano, che brancolava nel buio».
Stazioni fantasma
«Abbiamo avuto la conferma che della linea Ivrea-Aosta a Trenitalia non importa niente – prosegue Malesan -. La cosa è più che evidente. Nella stazione di Ivrea solo delle macchinette automatiche per bevande e snack e niente più. Il bar era chiuso. Il deserto. Stesso discorso per quanto riguarda Aosta: quando finalmente siamo arrivati a destinazione, stazione chiusa, bar chiuso e neppure un taxi a disposizione. C’erano persone anziane disperate perché impossibilitate ad andare a casa. Sono state aiutate dagli stessi compagni di sventura che hanno dato loro un passaggio, con le difficoltà che si possono ben immaginare».
«Aggiungo che la stazione di Ivrea è priva di servizi igienici – tuona Raffaele Romano, tecnico della Rappresentativa di basket -, pertanto potete immaginare come sia andata: tutti a orinare dove si è trovato un angolo libero. Uno schifo, ma necessario».
Finalmente la partenza
Dopo la soppressione del primo treno, ne è arrivata una seconda. I passeggeri sono così entrati in stazione a Ivrea per scaldarsi e successivamente in carrozza «dove è stato lasciato il motore acceso, come se si dovesse partire da un momento all’altro – racconta ancora Malesan -. Peccato che fino a mezzanotte non abbiamo più saputo niente. E’ poi arrivato un treno da Torino, è stata aggiunta una carrozza e dopo la mezzanotte siamo partiti. Stanchi, ma desiderosi di arrivare a casa, l’ennesima amara sorpresa: stazione di Aosta deserta. Incredibile, ma vero».
«La cosa che più fa arrabbiare – conclude l’allenatore di basket – è l’impressione del disinteresse generale. Io avevo la responsabilità di ragazzini minorenni e avevo il telefono che squillava».
(lu.me.)