Consiglio Aosta: niente spazi ai fascisti, assemblea spaccata
ATTUALITA', comuni
di Alessandro Bianchet  
il 14/12/2017

Consiglio Aosta: niente spazi ai fascisti, assemblea spaccata

L'Uv si astiene sulla mozione di Carola Carpinello e contribuisce a bocciarla al termine di oltre due ore di dibattito

«Subordinare la concessione del suolo pubblico a una dichiarazione esplicita di rispetto dei valori antifascisti». Di fatto, non concedere più spazi comunali a tutti coloro che si definiscono – o vengono definiti? – fascisti o neofascisti, adeguando i regolamenti comunali. Non è passata la mozione proposta da Carola Carpinello di Altra Vda, ma anche questa volta quasi tutti hanno voluto dire la loro. Quasi tutti, eccetto un ostinato silenzio dell’Union Valdôtaine che compatta si astiene e non commenta, senza nessun intervento nelle quasi due ore di dibattito (a parte il consigliere Vincenzo Caminiti, che condivide una proposta di emendamento con un breve intervento).

Mozione bocciata

La mozione è stata bocciata per un soffio, con 13 astenuti – Giuliana Lamastra di Alpe, Luca Girasole e Sara Dosio del Gruppo misto di Maggioranza, Stella Alpina e UV – e i due voti contrari della Lega.
Si è schierato senza riserva a favore della mozione il sindaco Fulvio Centoz, che non accetta, come Carola Carpinello ed Etienne Andrione, un emendamento volto ad ampliare la definizione al concetto di “totalitarismo”: «L’equazione fascismo uguale comunismo è da respingere alla fonte. Parlare di antifascismo è ancora un valore», commenta. Unico ad appoggiare Centoz in maggioranza è l’assessore Delio Donzel: «Mi preoccupa questo revisionismo galoppante. Sono convinto di questo voto come sono sempre stato convintamente antifascista».

“Lezioni di storia”

Il Consiglio Comunale sembra trasformarsi in un’aula scolastica, ed è Carlo Marzi ad aprire le danze con la prima lezione di storia. La prende lunga, parte dal concetto di destra e sinistra storica per proporre l’emendamento che non passerà: «Il concetto di neofascismo inserito nella mozione obbliga tutti a schierarsi, bisogna iniziare a chiamare le cose per quelle che sono. Quello che bisogna stigmatizzare e combattere è il totalitarismo». È durissimo il consigliere Etienne Andrione, la cui mozione sulla rimozione della Lupa aveva creato un partecipato dibattito nello scorso Consiglio, e i cui toni possono dirsi simili. «Voto a favore, ma mi trovo in imbarazzo a stare dalla stessa parte di quelli che erano servi della Lupa fino a ieri. Questa maggioranza crea le condizioni per la rinascita del fascismo, negando la partecipazione popolare, per esempio negando la possibilità di fare referendum su temi urbanistici». Dello stesso parere Luca Lotto del M5S, che in questa occasione non taglia corto sostenendo «che sia una perdita di tempo parlare di questi temi in aula», come nella discussione sulla Lupa, ma contribuisce animatamente al dibattito «perché di fatto si sta parlando di cose serie per disciplinare alcune condotte nella nostra città».

Lega contraria

Gli unici voti contrari sono stati quelli della Lega, perché «i fascisti sono coloro che vogliono vietare gli spazi di espressione, anche a chi fascista non è», spiega Manfrin, «per noi è un regolamento anticostituzionale». Per Spelgatti «non c’è niente di più fascista di quello che sta accadendo adesso in questa aula. Siamo nel 2017 e adesso siete diventati voi i veri fascisti».

Possibile VdA: «Chanoux si sarebbe astenuto»?

Sulla questione interviene anche Possibile VdA, che in un comunicato si chiede se «Emile Chanoux si sarebbe astenuto» Parlando della scelta dell’UV che, secondo Possibile VdA «facendo l’occhiolino a Lega e destra, l’UV si astiene su una dichiarazione di principio antifascista – si legge nel comunicato –. “Pecunia non olet” e fedeli al motto “mettre chez-nous” continuano a tenere aperte le braccia verso precedenti amici perché: non si sa mai». Il movimento continua ricordando che «il fascismo non è un’opinione, è un crimine. Ringraziamo la consigliera Carola Carpinello per l’impegno nel contrastare la criminale opera di sdoganamento della peggio politica».

(sara sergi)

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