Bilancio regionale, è battaglia tra Governo e Opposizione
E’ iniziata questa mattina la battaglia politica sulla legge di bilancio regionale. Battaglia, perché di fronte ci sono due pensieri differenti di intendere questa legge. Da una parte il governo regionale, che ha elaborato un documento senza tenere conto dei 320 milioni che lo Stato chiede per il risanamento della spesa pubblica, richiesta che – come ha spiegato il presidente della Regione, Laurent Viérin (foto)- «è irricevibile, perché in contrasto con una sentenza della Corte costituzionale»; dall’altra le forze di opposizione, che bollano come «irresponsabile» il proporre una legge di bilancio senza avere certezze sulle entrate. Per questo motivo, in apertura dei lavori questa mattina, martedì 19 dicembre, nell’aula consiliare, Albert Chatrian (Alpe), dopo l’incontro della Capigruppo avvenuto alle 8,30 con il deputato Rudi Marguerettaz, aveva chiesto (richiesta respinta) di rinviare la discussione sul bilancio regionale per attendere l’esito del voto alla Camera dell’emendamento che inserisce nuovamente per la Valle d’Aosta l’accantonamento di 100 milioni per il risanamento della spesa pubblica.
La relazione delle leggi di bilancio 2018-2020
«Le difficoltà oggettive di allestimento del bilancio – ha esordito il relatore Renzo Testolin (UV)-, che così come presentato ha una capacità di spesa regionale di circa 1 miliardo 204 milioni di euro per il 2018, 1 miliardo 167 milioni per il 2019 e 1 miliardo 212 milioni per il 2020, trovano principalmente origine nella difficoltà di definizione dell’esatto importo dei trasferimenti statali spettanti di diritto alla Valle d’Aosta e nella dilatazione dei tempi necessari per definire con lo Stato regole certe e durature principalmente in merito alle compartecipazioni regionali da destinare al risanamento della finanza statale. Il bilancio tiene conto di valutazioni e passaggi politici oltre che di situazioni legislative che partono sostanzialmente da tre scelte in grado di garantire maggiori risorse utilizzabili dalla Regione a partire dal 2018: prima fra tutte la non necessità dell’accantonamento di risorse a favore dello Stato, pari a 144 milioni di euro, che fino al 2017 rappresentavano il contributo della Valle d’Aosta al risanamento della finanza pubblica e che oggi vengono considerate ascrivibili alle risorse spendibili dalla Regione in virtù della situazione legislativa vigente nonché delle affermazioni della sentenza della Corte costituzionale; la scelta di ricomprendere nelle entrate patrimoniali, anche per l’anno 2018 così come si era operato nel 2017, una entrata non ricorrente pari a 51,4 milioni di euro derivante dal rientro di somme dal fondo della gestione speciale presso Finaosta Spa, al fine di consolidare anche per il 2018 risorse da destinarsi ad investimenti; la possibilità, sempre per il 2018, e la previsione di utilizzare l’avanzo di amministrazione presunto del 2017 per circa 29 milioni di euro che permetterà di attivare corrispondenti processi di spesa sin da gennaio senza dover attendere i tempi per la loro riassegnazione a bilancio».
Per Testolin si tratta di «un bilancio triennale 2018/2020 che aprirebbe le porte, dopo anni di calo di risorse, ad una crescita che a partire dal 2018 vedrebbe investimenti in crescita, maggiori risorse per gli enti locali, finanziamento ad interessanti leggi di settore a tutto favore della sicurezza del territorio, intesa nelle sue varie declinazioni e garantirebbe un potenziamento finanziario al sociale, alla famiglia, ai giovani, al lavoro e alla crescita nella più ampia delle sue definizioni».
Testolin evidenzia che «per riuscire a programmare adeguatamente, l’Amministrazione regionale deve poter contare su due elementi fondamentali e imprescindibili: regole di finanziamento certe e il più possibile stabili, da un lato, e continuità e stabilità della governance, dall’altro». Cosa che non è avvenuta in questi ultimi cinque anni.
Opposizioni critiche
Oltre a chiedere un rinvio della discussione, perché «riteniamo impossibile affrontare una discussione al buio, senza avere le certezze finanziarie di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo sapere se discutiamo su di un bilancio certo o sull’indeterminatezza delle cifre, altrimenti tutti i nostri emendamenti o i nostri ordini del giorno non avrebbero significato», ha detto Albert Chatrian (Alpe), le forze politiche di opposizione annunciano battaglia in aula, come anticipato ieri sera durante una conferenza. Per Alpe, Pnv, Sa e Mouv molti gli emendamenti e una sorta di «controbilancio in otto punti, tutti con copertura finanziaria, per il rilancio della Valle d’Aosta e non solo per distribuire, a pioggia, denaro agli amici, come invece intende fare l’attuale governo regionale», hanno detto.
La replica del presidente della Regione
«Non scadiamo nella diatriba partitica – ha detto il presidente della Regione, Laurent Viérin -, nessuno vuole far populismo, la questione è delicata. Non abbiamo la bacchetta magica, ma abbiamo costruito il bilancio in tempistiche complesse perché non potevamo aspettare oltre, in accordo con le categorie, ogni assessore per le sue competenze. Potevamo fare meglio, ma abbiamo cercato di dare risposte alla Valle d’Aosta – ha detto -. Non abbiamo elargito risorse a pioggia, il nostro intento era di rilanciare diversi settori, dall’economia alla famiglia. Le visioni diverse ci stanno, ma immagino che il bilancio alternativo delle forze di opposizione si basi su ragionamenti analoghi ai nostri».
La scelta di non considerare l’accantonamento di 144 milioni
Viérin ha ricostruito l’iter di predisposizione del bilancio, «condizionata dai cambi di governo e dai rapporti con lo Stato – ha spiegato -. Abbiamo lavorato sin da subito al DEFR consapevoli che tutte le prerogative valdostane devono essere difese e che il quantum dei 144 milioni di euro non è dovuto. La questione finanziaria, al di là del pregresso, si è materializzata lo scorso anno. La Valle d’Aosta in sei anni ha pagato allo Stato 1 miliardo 256 milioni di euro: un contributo, questo, che lo Stato ritiene dovuto e che si applica col parametro Siope. Con un altro indicatore, avremmo un accantonamento molto inferiore. La sentenza della Corte costituzionale n. 77/2015 respinge la questione di legittimità della Valle d’Aosta sul Siope, ma il contributo è ritenuto legittimo solo se contenuto in certi limiti temporali e comunque cessa nel 2017. Il 9 maggio 2017 il Ministero ci ha richiesto 144 milioni di euro, ma la Regione ha contestato con due ricorsi questa decisione: ad oggi, questa causa è aperta, il 7 marzo è stata fissata l’udienza. Inoltre, il risanamento può operare solo con il Patto di stabilità e con il pareggio di bilancio. Tutti questi atti ci dicono che questa è la situazione su cui dobbiamo basarci per difendere le nostre ragioni. A partire dallo scorso ottobre abbiamo aperto un canale istituzionale, incontrando in primis il viceministro Morando, coinvolgendo la Commissione consiliare».
Secondo gli accordi presi tra le forze politiche questa mattina, la discussione sulle leggi di bilancio avverrà secondo queste modalità: dalle 15 di oggi con seduta notturna fino all’1; domani dalle 9 alle 13 e seduta notturna fino all’1; giovedì dalle 9 fino alla conclusione, ma senza seduta notturna.
(re.newsvda.it)
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